Se il parto in ospedale sembra essere il più gettonato, da qualche anno a questa parte aumenta il numero delle donne che preferiscono dare alla luce il proprio bambino tra le mura di casa.

«La possibilità di partorire tra le mura domestiche dev’essere garantita come una delle alternative al parto in ospedale, e deve poter essere una scelta possibile per tutte le donne, spiega l’ostetrica Viviana Presicce, ideatrice e fondatrice di Pronte a Rinascere, percorso interamente online di preparazione alla nascita e alla maternità. Purtroppo in Italia quella del parto in casa è una via ancora poco battuta. Le problematiche – continua Presicce – sono diverse. C’è poca informazione al riguardo, il sistema sanitario nella maggior parte delle regioni non sostiene o rimborsa i costi e nemmeno passa l’assistenza domiciliare post parto. Non a caso in Italia solo lo 0,4% delle donne partoriscono in casa. Nel Nord Europa la percentuale sale al 14%, in Olanda addirittura al 32%».

Alla cattiva informazione prova a porre rimedio Ostetrica Viviana, che stila una mini guida alla scelta consapevole del parto in casa.

Chi può partorire a casa?

Qualsiasi donna, senza limiti di età, se è in buona salute e sta portando avanti una gravidanza non a rischio. Il travaglio deve iniziare spontaneamente tra la 37° e la 42° settimana e il bambino, del tutto sano, dev’essere in posizione cefalica.

Partorire in casa è sicuro?

Il parto in casa è totalmente sicuro e lo conferma anche l’Oms. Nella bassa percentuale di emergenza, il personale che assiste è preparato a gestirla durante l’eventuale trasferimento in ospedale. Inoltre oggi conosciamo bene come prevenire le infezioni durante il parto, che erano la causa di rischio più alta dei parti prima della nascita e della diffusione degli antibiotici.

Perché partorire in casa?

Di solito chi sceglie di partorire in casa lo fa perché è alla ricerca di naturalità, ha desiderio di intimità, ha precedentemente fatto un parto positivo in casa o ha avuto un’esperienza negativa in ospedale. Inoltre diminuiscono di molto le possibilità di lacerazioni e aumenta la possibilità che l’allattamento al seno vada subito a buon fine.

Guida consapevole al parto in casa

Ma quali sono i primi passi che deve compiere chi vuole partorire in casa? Eccoli in 8 punti.

  1. Pensarci per tempo: dev’essere una scelta ponderata, che non può essere fatta all’ultimo. C’è la necessità di arrivare preparati al momento, nel quale si verrà affiancate da ostetriche specializzate.

  2. Coordinarsi con con chi vive sotto lo stesso tetto: tutti devono accogliere questa iniziativa.

  3. Comprendere le offerte del territorio nel quale si vive (è possibile partecipare a progetti di nascita a domicilio con l’assistenza pubblica come quelli offerti in Emilia Romagna o il costo è tutto sulle spalle della famiglia?)

  4. Individuare le ostetriche professioniste specializzate nel parto in casa.

  5. Valutare la possibilità di scegliere le case maternità come opzione alternativa: solitamente sono vicino agli ospedali, in caso ce ne fosse bisogno, anche se gli interventi sono pochi in questo senso.

  6. Capire se ci sono le condizioni necessarie, mediche ma anche pratiche.

  7. Preparare la casa alla nascita e, se ci sono dei figli, pensare a come gestirli: entreranno a far parte della nascita oppure no?

  8. Pensare a un corso preparto: è necessario fare un corso di preparazione al parto efficace per il parto domicilio, per conoscere bene cosa succede nella fisiologia del parto e attivare percorsi che ci aiutino a comprendere come gestiamo noi l’intensità del parto.

«Importante, quando si arriva alla scelta finale di partorire in casa, ricordarsi che c’è una minima percentuale di casi in cui non si può portare a termine il parto a domicilio ma bisogna spostarsi in una struttura sanitaria. In questo caso, è bene apprestarsi a vivere l’evento come qualcosa di naturale e accettare l’impossibilità dell’ultimo momento», conclude Presicce.