In età pediatrica il reflusso gastroesofageo rappresenta una diagnosi di sempre maggiore riscontro nella pratica clinica quotidiana. Si tratta di flusso retrogrado del contenuto dello stomaco nell’esofago e nelle parti ad esso sovrastanti. Il passaggio del contenuto gastrico nell’esofago è un fenomeno normale che si verifica molte volte al giorno sia negli adulti che nei bambini, ma nei neonati diversi fattori contribuiscono ad esacerbare questo fenomeno: dieta liquida, posizione sdraiata e immaturità funzionale della giunzione gastro-esofagea.
Diamo qualche definizione
Reflusso Gastroesofageo (GER)
Passaggio di contenuto gastrico nell’esofago, con o senza rigurgito e vomito; è un processo fisiologico normale che si verifica più volte al giorno in neonati, bambini e adulti sani.
Viene considerato “fisiologico” fino ai 2 mesi (indicativamente), con prognosi benigna nella maggior parte dei casi.
Potrebbe presentarsi con semplici rigetti di piccole quantità dopo la poppata.
Malattia da Reflusso Gastroesofageo (GERD)
Reflusso che causa sintomi fastidiosi e/o complicazioni in seguito ad alterazione dei meccanismi fisiologici di protezione. Può essere particolarmente severa e presentarsi in bambini affetti da patologie neurologiche particolarmente gravi, come le paralisi cerebrali infantili, andando a compromettere ulteriormente la salute dei bambini affetti da tali patologie.
Preoccupa i genitori in quanto può presentarsi con episodi di vomito importanti che comportano un ritardo della crescita staturo-ponderale.
Malattia da Reflusso Gastroesofageo non erosivo (NERD)
Reflusso dell’adolescente e dell’adulto, con disturbi soggettivi, ma senza lesione istologica dell’esofago.
Nel 2009, il comitato congiunto della North American Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (NASPGHAN) e la European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (ESPGHAN) hanno pubblicato un documento di posizione medica sul reflusso gastroesofageo (GER) e malattia da GER (GERD) nei neonati e nei bambini (ricerca fino al 2008), a seguito dell’aumento importante di diagnosi da GER.
Diagnosi
La diagnosi di GERD è basata su segni clinici o sintomi fastidiosi che possono essere associati al GER; è proponibile, quando i test mostrano eccessiva frequenza o durata dei reflussi, presenza di esofagite o una chiara associazione di sintomi e segni con i reflussi in assenza di diagnosi alternative.
Storia clinica ed esame obiettivo
Il ruolo principale dell’anamnesi e dell’esame fisico è escludere malattie più gravi che esordiscono con vomito. I sintomi della GERD variano con l’età; quelli tipici del lattante sono rigurgito, vomito, irrequietezza.
Terapia posturale nei neonati
La posizione prona riduce la frequenza dei rigurgiti rispetto alla posizione supina.
Dato il rischio di SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante), notoriamente connessa alla posizione prona, non è ragionevole raccomandarla sistematicamente.
Tuttavia un breve periodo in cui il lattante mantiene una posizione pancia in giù, sotto osservazione dei genitori, può essere di vantaggio. Infatti il così detto Tummy Time, è consigliato sin dai primi giorni di vita. Sicuramente avrà una durata breve all’inizio, per poi gradualmente aumentare in frequenza e durata.
L’insorgenza del reflusso è multifattoriale, spesso con la presenza di più di un fattore. Non si rilevano associazioni con il genere, né con le modalità di alimentazione (seno o biberon). Questo aspetto è molto importante da sottolineare, perché spesso ho davanti mamme preoccupate e colpevolizzate per la presenza del reflusso nei figli, perché è venuto a mancare l’allattamento al seno.
Il nervo vago (X nervo cranico) svolge un ruolo cruciale nel controllo del tono dello sfintere esofageo inferiore. È un nervo che attraversa il collo, il torace e l’addome, ha la distribuzione ed il percorso più vasti di qualsiasi altro nervo cranico. Molto spesso, nei neonati, nei bambini o negli adolescenti con GER sono presenti componenti disfunzionali a livello muscolo-scheletrico o viscerale, che possono provocare un’alterazione delle risposte del nervo vago. Qualsiasi disfunzione può influire sull’ampia distribuzione del nervo.
Migliorare e risolvere il problema con l’osteopatia
Come spesso accade anche per altri problemi, prima si interviene meglio è!
I trattamenti osteopatici sono un’ottima soluzione per risolvere il problema del reflusso. Si tratta dunque di approcci delicati, indolori, con cui l’osteopata va alla ricerca della normalizzazione di qualsiasi disfunzione che possa disturbare il nervo vago, ma non solo. I siti più critici sono il diaframma e il punto di passaggio dell’esofago, lo stomaco e tutte le strutture che li circondano. Inoltre è fondamentale esaminare e trattare il cranio e la cervicale, perché una compressione a questo livello (legato ad esempio alla posizione del bimbo durante la gravidanza, o alla nascita stessa) potrebbe influire sul nervo vago.
Qualche consiglio per evitare l’insorgere di squilibri muscolari e articolari:
– lasciate i piccoli il più liberi possibile di potersi muovere;
– evitate contenzioni a lungo: così si evitano posture viziate reiterate nel tempo;
– fate praticare il Tummy Time, in questo modo il bimbo potrà stare in posizione prona, sotto la vostra sorveglianza, e contemporaneamente andrete a stimolare la muscolatura.
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Complimenti dott.sa Rosato per il suo articolo veramente interessante. Non credevo che l’osteopatia potesse essere d’aiuto nei problemi di reflusso. Grazie
Complimenti
Dottoressa speciale, con grande passione per il suo lavoro.
Interessante!
Molto interessante, complimenti dottoressa!
Dottoressa che, con competenza ed empatia, svolge il suo lavoro egregiamente con pazienti di tutte le età! Complimenti vivissimi!