Uno stimolo per piccini ma anche per grandi
Quando si parla di creatività, molti la riconducono all’esclusivo talento di una persona. In realtà tutti possiamo essere creativi. Esistono, infatti, specifici percorsi definiti “percorsi creativi” che portano le persone ad avere un pensiero divergente e a risolvere i problemi utilizzando strade alternative e non convenzionali. Vediamo come.
La creatività non è solo collegata alle specifiche abilità di un soggetto, ma è anche correlata all’ambiente in cui vive.
L’ambiente è quel luogo costituito da persone o istituzioni che offrono stimoli. Questi ultimi hanno un ruolo importante nello sviluppo del pensiero creativo, soprattutto nei bambini. Un adeguato clima culturale e un corretto clima affettivo possono incoraggiare il soggetto in età evolutiva a fare delle esperienze stimolanti e appaganti. Il primo passo, però, verso lo sviluppo della creatività dei più piccoli spetta ai genitori, almeno inizialmente. Questi, se vorranno avere dei futuri adulti creativi, dovranno coordinare e organizzare esperienze di apprendimento dei loro bambini e fornire a loro stimoli e occasioni per poter individuare e indirizzare talenti specifici. Successivamente il compito passerà agli educatori e insegnanti che dovranno coltivare queste eventuali potenzialità.
Tutto ciò, comunque, non è ancora sufficiente. Per creare delle menti pensanti che usino la fantasia come elemento essenziale per la risoluzione dei problemi (il cosiddetto problem solving), è necessario seguire dei passi e questi sono:
• vivere i primi anni della propria esistenza in località tranquille;
• essere inseriti in un clima culturale adeguato e in un clima affettivo sereno;
• essere spinti e incoraggiati a provare attività spontanee;
• incoraggiare l’auto-espressione;
• lavorare sull’alone semantico e cioè non soffermarsi sul reale significato delle parole ma collegarle a un significato delle proprie esperienze individuali;
• favorire la trasgressione creativa ad esempio pensare alla fiaba di Biancaneve e stravolgerla;
• offrire stimoli e far vivere esperienze curiose e alternative;
• non sanzionare e non ridicolizzare l’errore, perché i bambini si vergognano e una critica troppo severa può indurli a bloccare le loro iniziative;
• non elogiarli in modo eccessivo, ma nemmeno criticarli duramente perché il bambino deve prendere coscienza che le sue riuscite o i suoi fallimenti non dipendono dalle opinioni e dai giudizi esterni;
• superare i blocchi emotivi, come ad esempio la paura di non farcela o la paura del giudizio altrui;
• superare i blocchi percettivi, come ad esempio la difficoltà di isolare il problema o essere troppo coinvolti dal problema stesso;
• non vivere in un ambiente rigido e soffocante;
• avere un pensiero “elastico” e adattabile;
• rispettare, infine, le domande inusuali e originali.
Questi consigli possono sembrare piuttosto articolati e complessi da mettere in pratica, ma anche per gli adulti possono diventare un simpatico e stimolante banco di prova, per aprire la propria mente e affrontare, insieme ai propri figli, problemi e situazioni già vissute con soluzioni innovative.
Così facendo si getteranno solide basi per trasformare i più piccoli in adulti pensanti e creativi.