Che differenza c’è tra affido e adozione?

L’adozione è l’incontro tra il diritto di un bambino in stato di abbandono di avere una famiglia e il desiderio di una coppia di essere genitori, a cui segue un provvedimento definitivo attraverso il quale il bambino diventa figlio di quella coppia per sempre.
Nell’affido, invece, vi è da una parte un adulto o una coppia, che decide di accogliere nella propria vita un minore (o più fratelli) e dall’altra un bambino la cui famiglia è in momentanea difficoltà. L’affido, infatti, ha un tempo prestabilito.

Perché aprirsi all’affido? Conosciamolo meglio

L’affido è l’istituto che permette ai bambini, di età compresa tra gli 0-18 anni, di essere protetti e accolti in un contesto familiare sereno. Viene deciso l’allontanamento temporaneo a garanzia del benessere del minore che viene affiancato a nuove figure di riferimento, di accudimento e sostegno. Il senso dell’affido non è la sostituzione della famiglia del minore. Al genitore affidatario, piuttosto, viene data la possibilità di costruire legami autentici e significativi a completamento di mancanze vissute dal minore; al bambino di sperimentare una modalità nuova di riconoscimento e senso dei propri bisogni, desideri, ferite e vissuti.
Al contempo, durante l’affido è previsto un sostegno genitoriale alla famiglia d’origine per il superamento delle problematiche, che hanno reso necessario l’allontanamento, perché il fine è il ritorno del minore nel proprio nucleo.

Chi può dare disponibilità all’affido e come?

La legge assegna la titolarità dell’affidamento familiare al Servizio Sociale pubblico, che nel suo operato è supportato dalle competenze professionali degli operatori dei Servizi privati e associazioni (www.tavolonazionaleaffido.it/normativa/). Quindi chi desidera dare la propria disponibilità può rivolgersi al Servizio Sociale del proprio territorio e, ove presenti, alle associazioni autorizzate che fanno da tramite con il Servizio pubblico.

I requisiti per poter essere genitori affidatari sono:

  • essere single, coppie conviventi o coniugate con o senza figli;
  • l’aver completato un percorso, sotto la guida di un’equipe formata da operatori (assistenti sociali, educatori, psicologici), con la finalità di conoscere la potenziale famiglia affidataria e capire se dispone delle risorse necessarie (personali, abitative, educative, disponibilità al continuo confronto con gli operatori e consapevolezza dei compiti che il ruolo comporta).

In che modalità può realizzarsi l’affido?

Vi sono due tipi di affido:

  • consensuale: disposto dal Servizio Sociale con il consenso dei genitori del minore e autorizzato dal Giudice Tutelare;
  • giudiziale: disposto dal Tribunale per i minorenni.

Il Servizio Sociale competente, verificate le necessità del minore e della sua famiglia, prepara un progetto con tutti gli interventi di sostegno e aiuto necessari. In base a questo viene stabilita la forma dell’affido e di conseguenza l’abbinamento con gli affidatari.

L’affido può essere:

  • residenziale, quando il bambino vive stabilmente con la famiglia affidataria;
  • semiresidenziale, quando il minore trascorre solo parte della giornata con gli affidatari;
  • a tempo parziale, quando viene stabilito un periodo determinato (es. periodo estivo o solo alcuni giorni della settimana).

I rapporti con la famiglia di origine e il ruolo degli operatori

È importante non farsi spaventare dalla presenza della famiglia d’origine del minore e dalla gestione dei rapporti con quest’ultima, che spesso immaginiamo come difficili. In realtà questi saranno mediati e gestiti con gli operatori del Servizio. Ci saranno spazi dedicati e il genitore affidatario sarà formato “a saper fare rete” in vista del benessere del minore.

Il significato della temporaneità

Sempre nell’interesse supremo del minore la durata massima dell’affido stabilita in 24 mesi può essere prorogata, tenendo conto del contesto e delle difficoltà presenti nella sua famiglia. Come ogni storia di vita, ogni affido è diverso, come le sue modalità e risvolti finali, che possono concludersi con il ritorno nella famiglia d’origine o aprendo la strada dell’adozione.


ItaliaAdozioni per la cultura dell’affido

L’affido familiare e le parole pensate per i più piccoli: https://www.italiaadozioni.com/laffido-nei-libri-per-bambini-e-ragazzi/
La testimonianza che sfata tutti i pregiudizi: https://www.italiaadozioni.com/laffido-familiare-dubbi-e-pregiudizi/

Il senso dell’Affido e dell’Adozione, il presente per costruire il futuro dei nostri bambini

“Dovremo insegnarvi che le radici sono importanti, ma non sono tutto e ciò che conta di più è il presente, perché la vita è fatta di presente”. (lettera di Floriana mamma affidataria e adottiva, da Cara Adozione, http://www.italiaadozioni.it/cara-adozione-racconta-le-tappe-delladozione/)

Tags:
articolo pubblicato su