L’iniziativa è promossa da Fondazione Mus-e Italia. Coinvolti complessivamente circa 800 bambini, di cui oltre 600 alunni di 30 classi delle scuole primarie e 150 piccoli ricoverati in 4 ospedali pediatrici di 6 città italiane: Bologna, Copertino (LE), Quartu Sant’Elena (CA), Roma, Torino e Verona.

Ottocento bambini tra i 5 e i 12 anni, di cui oltre 600 alunni di 30 classi delle scuole primarie e 150 piccoli ricoverati in 4 ospedali pediatrici di 6 città italiane – Bologna, Copertino (LE), Quartu Sant’Elena (CA), Roma, Torino e Verona -, 1800 genitori, 40 insegnanti, 50 operatori sanitari, 26 percorsi laboratoriali per un totale di 624 ore di attività artistica: sono questi i numeri che fotografano il progetto “Ponti d’amicizia”, con cui Fondazione Mus-e Italia ha promosso l’innovativo gemellaggio tra scuola e ospedale all’insegna dell’arte e della bellezza.

Duplice l’obiettivo dell’iniziativa, sostenuta dal fondo di beneficenza di Intesa San Paolo: contrastare la povertà educativa nelle scuole primarie situate in aree urbane periferiche ad alta vulnerabilità e marginalità sociale, e rendere meno traumatico il difficile momento della malattia e della permanenza in una struttura ospedaliera per i bambini ricoverati nei reparti di media e lunga degenza.

Insieme agli artisti di Mus-e, attraverso esperienze artistiche di alto livello, sperimentando discipline di vario tipo – danza, musica, teatro, arti visive – e vivendo un’esperienza di gemellaggio virtuale tra scuola e ospedale, i bambini stanno portando avanti una progettualità artistica comune, “dentro e fuori dagli ospedali”, sensibilizzando all’ascolto da un lato e aprendo alla fiducia nel futuro dall’altro. A chiudere il progetto, lo scambio di piccoli doni artistici (disegni e manufatti) e di mostre a scuola e in ospedale, con i lavori dei bambini che viaggiano nei rispetti luoghi, accompagnandoli in un percorso di cura e di attenzione per l’altro.

Lettere ospedale progetto ponti d'amicizia

“Nell’era digitale si immagina che l’innovazione sia per lo più tecnologica, ma non è sempre così. Dopo il periodo di pandemia e isolamento, con Fondazione Mus-e abbiamo realizzato quanto sia importante favorire i legami umani, incoraggiare i bambini ad esprimere le emozioni, a mettersi in ascolto degli altri, oltre che di se stessi – commenta Maria Garrone, presidente di Fondazione Mus-e Italia. – Con il progetto Ponti d’Amicizia siamo riusciti a fare un passo ulteriore, mettendo in contatto i piccoli pazienti degli ospedali con i loro coetanei a scuola: un esperimento che ha coinvolto tutta la comunità, dalle insegnanti al personale ospedaliero, dai genitori agli artisti. Questa iniziativa non sarà certamente in grado di eliminare la povertà educativa né guarire i piccoli pazienti, ma, grazie al linguaggio dell’arte, donerà a tutti loro un percorso di creatività e bellezza in grado di migliorare alcuni aspetti, emotivi o strutturali, della loro formazione umana”.

“Lavorare all’interno di un contesto ospedaliero pediatrico significa incontrare bambini che affrontano vissuti di sofferenza, di paura, di forte stress in una situazione completamente fuori dalla quotidianità. L’incontro con l’arte permette di non interrompere il contatto con il mondo esterno, diviene occasione di gioco, di gioia e rappresenta un’esperienza non comune in un luogo fuori dal comune – spiega Rita Costato Costantini, coordinatrice nazionale di Fondazione Mus-e Italia. – Dall’altro lato, vi sono i bambini delle scuole individuate, che vivono in contesti ad alta povertà educativa, contrasti sociali e culturali: grazie ai laboratori artistici questi bambini si aprono alla bellezza e alla creatività, senza dover ricondurre l’esperienza ad una performance ma vivendo il percorso con libertà, lavorando sull’autostima, la collaborazione e l’ascolto”.