Da un’analisi del team di ricerca di MyEdu, casa editrice milanese specializzata in contenuti digitali per la didattica che ha presentato al Forum sull’Intelligenza artificiale del Festival della Comunicazione di Camogli le proprie analisi e le proprie esperienze, emerge un quadro ottimista, a patto che si investa nella formazione dei docenti.

Si può utilizzare l’intelligenza artificiale rendendola utile agli studenti e agli insegnanti?

Gli strumenti di intelligenza artificiale possono essere utili all’insegnamento nella preparazione di test e nella valutazione oggettiva dei risultati degli stessi. Inoltre, l’AI può anche favorire l’inclusione didattica attraverso la generazione di mappe mentali, particolarmente utili nei casi di studenti dislessici. Di conseguenza, se il docente potrà utilizzare tali strumenti ad esempio per preparare le lezioni o per testare gli studenti, attraverso test generati e verificati dall’algoritmo stesso, avrà molto più tempo per l’aspetto “umano“ dell’insegnamento. Particolare attenzione, però, va posta sulla formazione del personale docente: “L’intelligenza artificiale nella scuola può creare benefici e migliorare l’inclusione scolastica, a patto che si investa di pari passo nella formazione dei docenti e nella produzione di contenuti scientifici di qualità – spiega Mila Valsecchi, esperta di strategie dell’apprendimento e consulente editoriale MyEdu – Gli attuali sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa stanno confermando che gli impatti saranno molti e profondi e in questo contesto è prevedibile un impiego sempre più importante nel mondo scolastico”.

Test personalizzati e oggettività della valutazione.

Questi processi sono già presenti nel mondo education, ma ancora poco utilizzati nella scuola italiana: permettono di produrre test personalizzati, avere una correzione automatizzata con indicazione del tipo di errore e indicazioni sulle modalità di recupero del singolo alunno. Tutto questo in classe, in un millesimo di secondo. In più, questi strumenti possono risolvere anche un’altra questione aperta nella scuola, quella dell’oggettività della valutazione. Il sistema italiano, infatti, delega la valutazione a ogni singolo docente, talvolta alla singola scuola, attraverso test di verifica in entrata o in uscita. Gli unici test nazionali sono i già molto contestati Invalsi. Nel resto del mondo, test e certificazioni standard del livello raggiunto, riconosciuti a livello internazionale in una specifica materia, come l’inglese o la matematica, sono una prassi diffusa sia nel mondo della scuola che nel mondo del lavoro.

Esami generati dall’AI? Già esistono!

L’intelligenza artificiale in questi casi può testare e certificare con oggettività migliaia di studenti anche in contemporanea, garantendo anche l’oggettività della valutazione, senza alcun pregiudizio consapevole o inconsapevole. Non a caso, ad esempio per la certificazione della lingua inglese, necessaria per studiare in università anglosassoni o ottenere un visto di studio o lavoro nel Regno Unito o in Australia, tra le certificazioni più richieste ce n’è una gestita dall’intelligenza artificiale, che, grazie ad un “allenamento” durato un decennio, può, ad esempio, riconoscere le flessioni linguistiche della lingua nativa dello studente per potere meglio comprendere le flessioni e le pause linguistiche nell’esame di speaking.

Oltre il testo, l’AI per l’inclusione: le mappe mentali e cognitive.

In un contesto di progressivo aumento di studenti con bisogni educativi speciali o disturbi specifici dell’apprendimento, come la dislessia, è fondamentale offrire strumenti su misura per i diversi stili di apprendimento. Un esempio pratico e già esistente sono gli algoritmi di generazione di mappe mentali e cognitive, di trascrizione di testi o di sottotitoli automatizzata, o l’utilizzo della stessa chat GPT per il processo di domanda risposta tramite linguaggio naturale. Uno studente con difficoltà di lettura può scegliere di imparare in maniera alternativa ascoltando una risposta dall’AI, studiando su una mappa e non su un testo scritto, trasformando un testo in immagini e visualizzarle invece che leggerle.