a cura di Layla Perroni
L’Adozione e l’Affido sono due realtà che sembrano simili, ma che presentano differenze e caratteristiche proprie. Sono vicine perché gli attori che le compongono sono gli stessi: i minori che vengono accuditi, le famiglie non biologiche che accolgono i bambini e lo Stato che, attraverso il Tribunale dei Minori, tutela il minore dal punto di vista giuridico. Esistono, tuttavia, profonde differenze che si declinano non solo nell’accoglienza stessa, ma anche nell’obiettivo finale di tale accoglienza e negli attori che ne sono coinvolti.
Adozione, indagine e accompagnamento dei Servizi Territoriali
Nell’Adozione l’obiettivo è quello di garantire stabilmente due genitori ad un minore che ne sia sprovvisto. Essa, come istituto giuridico, consente allo Stato di trovare una nuova famiglia ad un bambino che verrà non solo accolto, ma amato e cresciuto con totale responsabilità. Nell’Adozione, il cambio di cognome è un simbolo molto esplicito: il bambino “nasce” giuridicamente in seno alla famiglia, alla pari di un nato biologico. Questo atto segna anche l’interruzione dei rapporti con il suo nucleo familiare originario, con cui il minore non avrà più contatti, per lo meno fino alla ricerca delle origini, passo a cui non tutti i figli sono interessati.
Tra gli attori che sono coinvolti nel percorso adottivo vi sono i Servizi Sociali Territoriali. Essi sono investiti dai Tribunali dei Minorenni del compito di indagine sulle aspirazioni, le aspettative, i limiti, le peculiarità e le risorse delle coppie che hanno presentato la disponibilità all’adozione; si occupano spesso di orientamento delle coppie aspiranti all’adozione e di supporto alle famiglie nei primi tempi successivi all’adozione.
I Servizi Socio Assistenziali, in collaborazione con quelli Sanitari, durante tutta la fase del procedimento, svolgono un importante ruolo di supporto nei confronti del Tribunale dei Minori, a cui tuttavia spetta la responsabilità finale dell’intero percorso.
Le Regioni attribuiscono agli ambiti territoriali il compito di creare un’equipe che si occupi di organizzare le attività riguardanti l’adozione. Essi garantiscono la presenza di un Servizio Adozioni, che viene gestito da un’equipe composta almeno da uno psicologo ed un assistente sociale. Queste due figure a volte possono essere accompagnate da altre come psicopedagogisti, sociologi, altri psicologi o assistenti sociali ed alcuni educatori.
I Servizi intervengono nel momento precedente al decreto d’idoneità, durante la fase dell’attesa, anche in collaborazione con gli Enti Autorizzati, per chi decide di intraprendere l’Adozione internazionale, e come sostegno alla famiglia dopo l’arrivo del bambino. Accompagnano la coppia durante i primi passi nel mondo dell’adozione, nel momento dell’ingresso del bambino in famiglia, fino alle eventuali situazioni problematiche che possono avvenire nel corso dello sviluppo del bambino o alle difficoltà di relazione con lui e con i genitori.
Saranno loro, in definitiva, ad effettuare l’indagine psicosociale, a stendere la relazione da inviare al Tribunale per i Minori e a far compilare alla coppia un questionario che contiene informazioni di base per una migliore conoscenza della stessa, a seguire la famiglia prima, durante e dopo l’incontro con il loro futuro figlio. Essi, infine, possono offrire supporto alla famiglia nei momenti di difficoltà ed aiutarla a migliorare la relazione con il figlio o a sciogliere eventuali nodi educativi.
Tra le funzioni dei Servizi Territoriali rienterebbero anche la promozione di incontri, convegni, seminari allo scopo di sensibilizzare e informare i cittadini sull’adozione.
Affido, la gestione famiglia-minore-famiglia
L’istituto giuridico dell’affido è finalizzato all’accudimento temporaneo di un bambino o minore, la cui famiglia si trova in una difficoltà, di norma provvisoria, da cui vorrebbe o dovrebbe riprendersi. Nell’affido la sostituzione della famiglia d’origine è, dunque, temporanea e parziale: il minore, infatti, mantiene il proprio cognome e, spesso, anche la residenza anagrafica laddove è collocata la sua famiglia d’origine.
Nell’affido sono garantiti i contatti tra lui e la sua famiglia, in modo compatibile e adeguato alle sue esigenze e alla sua protezione. I genitori originari mantengono una residuale responsabilità genitoriale e sono chiamati, a volte, ad apporre la firma su alcuni documenti, secondo le necessità di vita del figlio (ad es.autorizzazioni per rilascio di documenti di identità e per trattamenti sanitari, per iscrizioni a istituti scolastici).
La squadra che si occupa del progetto di affido è molto più articolata di quella che segue il progetto adottivo.
In tutto il percorso dell’affido, infatti, entrano in scena il bambino accolto, la sua famiglia, la famiglia affidataria, il Servizio Sociale o di Tutela Minori, il servizio Affidi, altri professionisti che collaborano al progetto (ad es. l’educatore per gli incontri tra il bambino e la sua famiglia originaria) e il Tribunale che ha disposto l’affidamento.
Chi è interessato a conoscere l’affidamento si può rivolgere al Servizio Sociale del territorio o alle associazioni del privato sociale, che si occupano di dare le prime informazioni. Chi poi decide di dare la propria disponibilità, intraprende un percorso formativo per acquisire una maggiore consapevolezza sulla possibilità concreta di diventare genitore affidatario.
Tale percorso si conclude con l’inserimento in una banca dati delle famiglie affidatarie. Quando sarà necessario provvedere a un affido familiare, i Servizi Sociali individueranno l’abbinamento più adeguato tra famiglia affidataria, bambino e sua famiglia di origine.
Caro Luis,
ricordo la prima volta che sei venuto nel mio studio. Mi hai guardato con quei tuoi occhi grandi color nocciola e mi hai fatto una domanda che trovai sconcertante: “Ma tu conosci la mia mamma?”. Il tuo sguardo, il modo in cui me lo chiedevi, non concedeva dubbi. Non era la mamma che conoscevo io, la tua mamma italiana, l’unica che tu avresti potuto riconoscere come tale, quella della quale mi stavi parlando.In quel momento mi stavi chiedendo risposte che nessuno avrebbe potuto darti, certezze che nessuno possedeva. E la mia mente, in una frazione di secondo, è tornata indietro, a quando ti avevo visto per la prima volta, quando, con abbracci svagati, gettavi le braccia al collo di chiunque ti sorridesse. Quando i tuoi occhi color nocciola sembravano vuoti, persi in una dimensione lontana che solo tu conoscevi. Quando ci guardavi, ma sembrava che quasi non ci vedessi. Bambino irrequieto e bellissimo, che solo la televisione riusciva a placare, bambino che faceva domande imbarazzanti e scomode, che dava risposte ancora più imbarazzanti, che ti graffiavano come spine. (…)
Tratto da: Le conquiste di un bambino, Cara adozione 2: un libro per conoscere l’adozione, ItaliaAdozioni 2022