L’adozione è la nascita di una famiglia, in cui i protagonisti sperimentano nuovi ruoli e scoprono possibilità, risorse, fatiche e gioie da vivere insieme. Uno degli aspetti basilari per i genitori adottivi è l’entrare in contatto con il bambino e la sua identità, perché portatore di un suo vissuto unico, con bisogni e caratteristiche che devono essere riconosciuti e a cui deve essere dato significato.
I genitori devono quindi continuare a tracciare insieme al bambino la sua vita: non esiste un “punto zero”, tutto è in continua evoluzione, il prima e il dopo s’intrecciano, anche se non sempre è possibile conoscere il passato del bambino, perché a volte non vi è traccia.

Esistono i “bambini grandi”?

Un tempo i bambini che arrivavano in famiglia erano per lo più infanti. Oggi i bambini adottabili sono sempre più grandi. Per bambini grandi s’intendono quelli che si collocano all’incirca nella fascia d’età tra i 7 e i 13 anni. Come tali sono portatori di elementi ricorrenti come per esempio la lunga istituzionalizzazione, il legame con le persone con cui sono cresciuti e nell’adozione internazionale l’appartenenza al proprio paese d’origine. Sono bambini che hanno bisogno di essere amati, riconosciuti e rispettati come tutti i minori. Certo, essendoci una lunga storia pregressa, è fondamentale la costruzione di progetti adottivi che facilitino il graduale inserimento del bambino nel nuovo contesto di crescita e la formazione e l’accompagnamento delle coppie da parte di specialisti dell’adozione e dell’infanzia.

Due culture: il rispetto della cultura d’origine

Le coppie devono informarsi per conoscere il paese d’origine del proprio figlio già prima dell’adozione, per poi continuare con lui. I figli adottivi dovranno poter unire il passato e il presente, dovranno quindi essere supportati dai genitori nella consapevolezza di una doppia appartenenza. Una valorizzazione della cultura d’origine e un’attenta integrazione biculturale sono fattori determinanti per il benessere del proprio figlio nel presente e nel futuro.

 

Lettere: “L’abbinamento” di Rossano e “Il caldo abbraccio di mamma” di Gaia, da Cara Adozione

I figli non sono solo sogni ma creature reali
“… il nostro è stato un viaggio avventuroso alla ricerca di te, che si è concluso con una telefonata che ci comunicava che una bambina in un istituto indiano aspettava il nostro amore”.

Il caldo abbraccio di mamma
“Non sapevo dove stavo andando, lasciavo la sicurezza del mio lettino, il calore dei corpi degli altri bimbi, l’abbraccio delle operatrici, anonime ma tanto affettuose con le loro voci e i loro biberon di latte quotidiani. Vidi te, mamma, ho sentito il tuo calore avvolgermi come il primo raggio di sole. Siete parte di me e io di voi, porterò nel mio cuore quel calore che ho ricevuto il giorno in cui ci siamo incontrati”.

 

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