La presentazione podalica del feto rappresenta la più comune mal presentazione in gravidanza. Si verifica nel 3-4% delle gravidanze a termine, questa percentuale tende a diminuire con l’avanzare della gravidanza; infatti, è stato notato che quando si è al di sotto della 37a settimana di gestazione la percentuale di presentazioni podaliche è elevato.
Quando si dice che un bambino è podalico?
La testa del feto anziché essere impegnata nella pelvi materna è rivolta verso il fondo dell’utero, quindi verso la parte alta dell’utero, così la parte che il feto presenterà per prima sarà il podice, cioè la parte inferiore del tronco del feto. Si possono avere diverse varianti di presentazione podalica: presentazione podalica completa (natiche e piedi) o presentazione podalica incompleta (varietà natiche, varietà piedi, varietà ginocchia, varietà miste).
Perché il bambino è podalico?
Momentaneamente le cause della presentazione podalica non sono note; studi osservazionali hanno rilevato correlazioni significative con fattori riguardanti la madre, il feto e la gravidanza che tuttavia spiegano solo una quota limitata della variabilità osservata nella frequenza di presentazione podalica:
• epoca gestazionale < 37 settimane;
• polidramnios (liquido amniotico in quantità superiore alla media);
• gemellarità;
• impianto placentare anomalo;
• malformazione congenita dell’utero materno;
• fibromi o miomi uterini;
• tumori pelvici;
• anomalia strutturale del cranio o altre malformazioni fetali;
• brevità del cordone ombelicale;
• predisposizione genetica (genitori nati podalici hanno più frequentemente un figlio in posizione podalica);
• eccessivo aumento di peso della madre durante la gestazione;
Quali sono i rischi legati alla presentazione podalica del feto?
La presentazione podalica è una condizione che comporta un rischio fetale maggiore rispetto a quella di vertice, con un aumento della mortalità perinatale e neonatale, queste spesso sono dovute alle condizioni che aumentano la probabilità di avere la presentazione (es. prematurità). Inoltre le difficoltà associate al parto vaginale in caso di presentazione podalica possono aumentare le probabilità del bambino di incorrere nelle seguenti complicanze:
• paralisi cerebrale;
• displasia dell’anca;
• paralisi del plesso brachiale;
• mortalità perinatale.
Interventi per modificare la presentazione podalica in gravidanza
È possibile intervenire in gravidanza per ridurre la frequenza delle presentazioni podaliche a termine e quindi di evitare il taglio cesareo, come versione cefalica per manovre esterne, moxibustione, l’osteopatia, l’agopuntura e tecniche posturali. È comunque importante, prima di decidere di ricorrere a queste tecniche, di valutare e capire a pieno i rischi del parto podalico per via vaginale e i rischi che comporta un taglio cesareo.
Diagnosi di presentazione podalica
La diagnosi di presentazione podalica è sia clinica che strumentale. I segni clinici significativi sono molti e possono essere rilevati in diversi modi:
• movimenti fetali dolorosi localizzati nella parte bassa del bacino o sotto l’ombelico;
• ballottamento della testa sotto l’arcata costale invece che a livello pubico;
• battito cardiaco fetale percepito al di sopra della linea ombelicale;
• reperimento del podice all’esplorazione vaginale;
• III manovra di Leopold.
La conferma diagnostica viene offerta mediante esame ecografico.
Bambino podalico: parto naturale o cesareo?
La questione relativa alla modalità di parto più appropriata in caso di presentazione podalica a termine è stata controversa, una recente revisione sistematica Cochrane di Hofmeyr et al. (2015) valuta gli esiti del taglio cesareo programmato rispetto al parto vaginale, in caso di presentazione podalica di un feto singolo a termine e conclude che un cesareo pianificato rispetto ad un parto vaginale abbia un ruolo cruciale nella riduzione della mortalità perinatale e morbosità neonatale, a discapito di un aumento della morbosità materna.
Altri studi osservazionali concludono invece che il parto vaginale è un’opzione anche in caso di presentazione podalica del feto singolo a termine, purché la madre riceva informazioni adeguate ed esprima un consenso, vengano rispettati rigidi criteri di selezione e di gestione del travaglio e del parto e purchè i professionisti sanitari coinvolti nell’assistenza abbiano un’appropriata esperienza e operino in una realtà ospedaliera che possa offrire, oltre a una expertise ostetrico-ginecologica e neonatale, una strumentazione diagnostica e di monitoraggio adeguata.
La modalità di parto vaginale è decisamente sconsigliata quando sussistono le seguenti condizioni:
• la posizione podalica del feto non è conveniente, in quanto particolarmente “complicata” (il feto potrebbe avere anche la testa iperestesa verso l’alto, come se volgesse gli occhi al cielo);
• il bambino è troppo grande o troppo piccolo per l’età gestazionale;
• la gestante presenta altre complicazioni, come la preeclampsia materna.
In Italia, in quasi tutti i casi di presentazione podalica si ricorre al taglio cesareo, sono pochi gli ospedali che offrono la possibilità di partorire per via vaginale con la presentazione podalica, poiché la gestione del parto podalico è più complicata.
Le linee guida sul Taglio Cesareo (2016) raccomandano, in caso di presentazione podalica a termine, un taglio cesareo programmato da non effettuarsi prima della 39a settimana di età gestazionale.
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