Secondo alcuni studi, l’incidenza della diastasi addominale durante il periodo gestazionale varia dal 33% al 60%, mentre dopo il parto si aggira attorno al 30% – 45% delle donne.
Che cos’ è la diastasi?
La diastasi addominale è una condizione molto comune nelle donne in gravidanza e in post gravidanza. Si verifica quando i muscoli retti addominali si allontanano l’uno dall’altro, creando uno spazio tra di essi.
Durante la gravidanza c’è un aumento di pressione addominale che insieme agli ormoni gravidici possono allungare la linea alba (fascia fibrosa che separa i muscoli retti). Il bacino, l’addome e il torace insieme agli organi interni sono sottoposti a numerose modificazioni (meccaniche e ormonali). Il diaframma modifica la sua posizione influenzando le pressioni interne del corpo, non solo nell’addome ma anche a livello toracico.
Man mano che la pressione aumenta, questa tenderà a sfogare nelle zone in cui le pareti sono meno resistenti (muscoli).
Sintomi della diastasi addominale
Ipoteticamente se avessimo una struttura in equilibrio e libera, la gravidanza con le sue modificazioni non comporterebbe la formazione della diastasi addominale intesa come patologia. Solitamente questa situazione si riduce dopo il parto, di pari passo con il riassetto posturale e globale della donna.
In caso non si verificassero queste condizioni, i sintomi associati alla diastasi addominale sono:
- dolore lombare, a causa della debolezza dei muscoli addominali si può verificare uno squilibrio nella muscolatura della zona lombare;
- debolezza muscolare, può impedire attività quotidiane come il sollevamento di oggetti pesanti;
- gonfiore addominale, può essere evidente dopo i pasti;
- protuberanza visibile nella zona addominale, può essere visibile sia in posizione eretta che supina essendo la manifestazione più evidente di questa condizione;
- problemi di postura e difficoltà nella stabilizzazione della colonna vertebrale.
Le situazioni che possono contribuire al mantenimento di una diastasi addominale sono: atteggiamenti posturali scorretti di alcune parti del corpo esistenti già prima della gravidanza o conseguenti ad essa; fattori ormonali, fattori genetici per cui la paziente può avere una particolare lassità tissutale; età, sovrappeso, instabilità del pavimento pelvico, dolori pelvici di varia natura, prolassi, incontinenze, problematiche intestinali, ernie ombelicali.
Inoltre, la diastasi addominale può essere verificata con esami strumentali come ecografia addominale e risonanza magnetica.
Come può aiutare l’osteopatia in caso di diastasi?
L’osteopatia non risolve questo problema, una volta instauratosi come patologia, ma può impedirne l’aggravamento e soprattutto correggere il meccanismo che ne ha contribuito l’insorgenza, impedendo che si creino le problematiche funzionali o dolorose sopracitate.
Alla stessa maniera le tecniche osteopatiche sono efficaci per rendere più elastica e ammortizzante la struttura in modo da ristabilire una corretta pressione a livello addominale, oltre che ridare maggiore equilibrio al bacino e al torace.
La correzione della postura può essere una componente importante del trattamento della diastasi addominale.
Al trattamento osteopatico possono essere associati degli esercizi specifici per rafforzare i muscoli retti addominali, migliorando i sintomi associati. I principali sono:
- respirazione diaframmatica: può aiutare ad attivare i muscoli del pavimento pelvico e migliorare la funzione del core (ovvero l’insieme dei muscoli che costituiscono la zona di stabilità del nostro corpo).
- Esercizi per la stabilizzazione del tronco: sono progettati per rafforzare i muscoli profondi del core e migliorare la stabilità del tronco.
- Esercizi di stretching: possono aiutare a migliorare la flessibilità muscolare e ridurre la tensione nella zona addominale.
- Esercizi di rafforzamento muscolare: possono aiutare a rafforzare i muscoli del core e migliorare la postura.
Infine modificare lo stile di vita: ridurre il tempo trascorso seduti o in piedi, adottare una postura corretta durante le attività quotidiane e utilizzare cuscini lombari o poggiapiedi.
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