La campanella anche quest’anno è suonata per oltre 7 milioni di studenti italiani, di cui circa 300 mila con disabilità (MIUR). Ed è soprattutto per loro che l’insegnante gioca un ruolo fondamentale, se consideriamo il valore dell’inserimento, del sostegno e dei trattamenti educativi personalizzati. E ancor di più, quando si tratta di bambini e adolescenti con Epilessia, la formazione degli insegnanti diventa imprescindibile per sapere come comportarsi di fronte ad una crisi.
“Il bambino e l’adolescente con Epilessia – evidenzia Laura Tassi, Presidente LICE e neurologo presso la Chirurgia dell’Epilessia e del Parkinson del Niguarda, Milano – hanno spesso difficoltà di inserimento nell’ambito scolastico, talvolta per un eccesso di protezione da parte dei genitori, talvolta per una scarsa preparazione degli insegnanti sulle problematiche inerenti l’Epilessia. È molto importante, quindi, che i docenti e gli operatori scolastici siano adeguatamente formati per agire in modo efficace in caso di un’eventuale crisi e siano in grado, d’accordo con la famiglia e l’epilettologo curante, di assicurare la somministrazione dei farmaci, sia di routine che per il trattamento d’urgenza di crisi convulsive prolungate, secondo le raccomandazioni previste dalle linee guida nazionali e regionali”.
Per facilitare l’inserimento scolastico del bambino con Epilessia sono fondamentali interventi educativi e formativi che devono coinvolgere, a diversi livelli, genitori e insegnanti da una parte, il ragazzo stesso e i suoi compagni dall’altra. Riflessioni di carattere generale certamente, che necessitano di essere personalizzate poi nella realtà: vi sono forme di Epilessia più o meno invalidanti che richiedono considerazioni e interventi diversi.
L’Epilessia di per sé, non incide sulle capacità di apprendimento o su quelle relazionali e il bambino può prendere parte a tutte le attività che vengono svolte in classe e al di fuori.
“L’accettazione dell’Epilessia, in particolare durante l’adolescenza – interviene Oriano Mecarelli, Past President LICE – è una questione complessa, proprio perché è un periodo della vita molto delicato anche per altri aspetti. Il ragazzo spesso “non si piace” e le crisi epilettiche sono viste quindi come un’ulteriore incrinatura che rischia di aggravare una preesistente visione pessimistica del proprio futuro. È questa un’età di transizione in cui il sostegno psicologico può rappresentare un aiuto efficace”.
La LICE è da sempre vicina al mondo della scuola e i Coordinatori regionali sono disponibili sul territorio nazionale a rispondere alle richieste di informazione e di incontri da parte di singoli Istituti scolastici e insegnanti. Per sensibilizzare il mondo della scuola al tema dell’Epilessia e affrontare con i bambini ed i ragazzi il tema della diversità, favorire la comprensione e l’accettazione dell’Epilessia senza barriere e pregiudizi, nel 2019 è stato attivato il progetto “A scuola di Epilessia”, un’iniziativa gratuita rivolta ai docenti di alunni di età compresa tra 8 e 12 anni delle scuole primarie e secondarie, fruibile collegandosi alla piattaforma Educazione Digitale, sviluppata da un team di pedagogisti, sociologi ed esperti in comunicazione. Il progetto, ancora attivo, fino all’anno scolastico 2020/2021 ha coinvolto 698 insegnanti, raggiungendo un numero stimato di oltre 30.000 alunni.
E ancora, nell’ambito del Forum Sistema Salute 2023, in collaborazione con LICE, partirà EPY Hack, l’Hackathon per il superamento dello stigma dell’Epilessia e la diffusione di informazioni su come intervenire in caso di crisi, con l’obiettivo di sensibilizzare giovani e studenti universitari sul tema dell’Epilessia e invitarli a sviluppare soluzioni tecnologiche e innovative per affrontare le sfide che presenta questa patologia.
Cosa bisogna saper fare se ci si trova di fronte ad una crisi di uno studente o un compagno e cosa invece non è indicato, o addirittura pericoloso?
Ecco le 10 raccomandazioni della Lega Italiana Contro l’Epilessia:
1. Restare calmi: agitazione e panico sono da evitare.
2. Posizionare sotto la testa qualcosa di morbido.
3. Allentare gli indumenti se troppo stretti e togliere gli occhiali se presenti.
4. Non mettere mai oggetti o le mani in bocca e non cercare di estrarre la lingua.
5. Non cercare di tenere fermo il bambino durante la crisi.
6. Girare il bambino di lato per facilitare la respirazione e la fuoriuscita della saliva.
7. Non lasciare il bambino da solo e attendere che si riprenda.
8. Offrire sostegno e aiuto appena la crisi è conclusa.
9. Somministrare se consigliato il farmaco di emergenza.
10. Se la crisi dura più di cinque minuti chiamare l’autombulanza.