Il gioco e il disegno hanno grande valore e sono meglio di un colloquio
Quando c’è necessità di recarsi dallo psicologo per una consultazione o una terapia, i bambini d’età prescolare o scolare vengono invitati a giocare e disegnare anziché a sostenere un colloquio.
LE FUNZIONI DEL GIOCO
Il gioco ha un valore psicologico e si possono individuare tre dimensioni:
• La pulsione esplorativa: giocando il bambino fa esperienza della realtà circostante, accresce la padronanza della realtà e l’adattamento; questi stimoli aiutano lo sviluppo intellettuale.
• La funzione catartica: consente una scarica ed una liberazione fondamentali per lo sviluppo emotivo del bambino che elabora così attivamente le frustrazioni che altrimenti finirebbero per schiacciarlo ed elimina l’aggressività accumulata senza danneggiare le relazioni con gli altri.
• La simulazione dei ruoli e delle regole: il bambino s’identifica nel gioco con le varie figure professionali e si adegua alle regole dimostrando di essere sulla strada della maturazione di un senso sociale. Questo gioco simbolico è una tappa significativa nello sviluppo del bambino e la sua mancanza può far pensare ad una patologia.
LE FUNZIONI DEL DISEGNO
Attraverso il disegno, lo psicologo può accedere al mondo inconscio del bambino. Così, con il gioco, avviene la decodifica del pensiero prelogico infantile che è strada maestra al disvelamento dei conflitti, desideri e paure del bambino. Questa avviene seguendo vie diverse, tracciate dai personali presupposti teorici sullo psichismo infantile.
L’attività del disegno viene proposta in modo tranquillo e non impositivo: viene spiegato al bambino che ora si può disegnare e che questo non deve comportare alcuna preoccupazione sulla quantità e qualità del disegno, ma che esso viene usato per fare delle “pensate” che gli verranno comunicate. Si avrà quindi la possibilità di parlarne insieme, di smentire, confermare o correggere questi pensieri.
L’INTERPRETAZIONE DELL’ESPRESSIONE ARTISTICA DEL BAMBINO
Nel disegno si osservano vari aspetti: il contenuto del disegno stesso, il tratto, il colore, il numero e la sequenza con cui vengono inseriti i vari elementi del disegno, le proporzioni ed i rapporti spaziali. Tutto deve essere oggetto di riflessione perché niente è casuale nell’espressione artistica-simbolica del bambino.
Per esempio un disegno con tratto forte, rigido, contratto e con figure geometriche, ci mostra uno stato interiore trattenuto e coartato; il bambino sembra erigere delle difese per trattenere le emozioni e per non esprimere il conflitto interiore. Un disegno invece più colorato, con linee morbide, con un contenuto più vario ed espressivo, mostra un bambino più libero, tranquillo e coinvolto nella sua espressione artistica.
È importante poi proporre il disegno della famiglia ed eventualmente quello della famiglia incantata. Dal disegno della famiglia si può capire molto del rapporto che il bambino ha con i familiari, che attaccamento ha con la propria madre, che rapporto ha con i fratelli, ecc.
In ogni caso l’interpretazione e le ipotesi che si fanno devono sempre essere collegate al contesto specifico del caso clinico ed all’età del bambino.