È una delle preoccupazioni più ricorrenti fra i genitori: quanto diventerà alto il mio bambino? Crescerà alto come il papà o la mamma?

L’accrescimento staturo ponderale in età pediatrica è argomento di estremo interesse, non solo fra i genitori. L’auxologia pediatrica è una branca antica e sempre affascinante della pediatria, nella quale è possibile trovare le risposte ai tanti dubbi che attanagliano mamma e papà quando si trovano di fronte a una scarsa crescita, soprattutto nei primi anni di vita.

L’inquadramento generale

Quando un bambino cresce poco, soprattutto in altezza, è necessario innanzitutto inquadrare il piccolo in un contesto adeguato e preciso, quello dei percentili. Il bambino che cresce poco in altezza, viaggia quasi sempre al di sotto del terzo percentile e spesso si posiziona anche su un percentile del peso non soddisfacente. Quando scriviamo che un bambino si trova al terzo percentile dell’altezza (o di qualsiasi altro parametro di crescita in età pediatrica) significa che su una distribuzione di 100 bambini dello stesso sesso e della stessa età anagrafica che oltre 97 bambini sono più alti e solo due più bassi. Questo non significa che il nostro piccolo paziente abbia un’altezza sicuramente patologica, ma determina comunque una maggiore attenzione da parte dello specialista.

Un parametro molto significativo in questi casi è la velocità di crescita. Un bambino che secondo i genitori cresce poco senza decelerazioni della sua velocità di crescita ( anch’essa identificabile attraverso appositi percentili) desta sicuramente meno preoccupazioni di un bambino che presenta una decelerazione di questo parametro, calcolabile in un periodo di osservazione di almeno 6 mesi, possibilmente dallo stesso specialista. Ecco perché per una valutazione auxologia completa diventa essenziale il contributo dei bilanci di salute trascritto sul diario della salute consegnato ai genitori al momento della nascita dei propri piccoli.

La familiarità

Non sempre un bambino di bassa statura desta preoccupazioni. Per esempio, della bassa statura familiare un bambino che appare piccolo (ma ha comunque una velocità di crescita non preoccupante) centra perfettamente il cosiddetto target genetico, un parametro che viene calcolato dallo specialista in base alle altezze effettive dei genitori (mai riferite ma misurate recentemente!) e che ci consente di stabilire, nei limiti di una variabilità statistica inevitabile, l’altezza da adulto del nostro bambino. Non si tratta di una previsione staturale precisa ma di una primo ma significativo step per stabilire se ci troviamo di fronte a una bassa statura potenzialmente patologica, cioè secondaria a patologia di base, non solo endocrinologiche. Un altro caso interessante è il cosiddetto ritardo costituzionale di crescita, nel quale il bambino non centra il target genetico ma presenta un potenziale di crescita non espresso che può essere scoperto grazie al calcolo dell’età ossea. Uno degli strumenti a disposizione dell’endocrinologo pediatra per inquadrare con precisione l’altezza di un bambino.

Gli strumenti dell’endocrinologo

L’età ossea si calcola osservando la radiografia delle piccole ossa di mano e polso (preferibilmente sinistro) del piccolo paziente. Se l’endocrinologo pediatra calcola un’età ossea inferiore (ma non troppo!) all’età cronologica del bambino in esame può essere considerata attendibile l’ipotesi di ritardo costituzionale di crescita, soprattutto se ci troviamo in presenza di una storia familiare di ritardo di crescita e/o se uno dei genitori riferisce di aver vissuto tardivamente i primi segni e sintomi della pubertà. Diversamente, se l’età ossea corrisponde all’età cronologica e il bambino presenta le caratteristiche di una bassa crescita inquadrabile nel target genetico familiare, diventa probabile l’ipotesi di bassa statura familiare. Praticata questa prima valutazione, ed eseguita un’attenta valutazione clinica che consenta di stabilire l’eventuale presenza di dimorfismi (anomialie corporee, principalmente al volto) e di studiare il rapporto fra i segmenti corporei, lo specialista endocrinologo decide se avviare una diagnostica più approfondita mediante l’ausilio di esami ematochimici dedicati in grado di delineare (senza e/o con stimolo farmacologico) la funzionalità ormonale alla base dei meccanismi di crescita e ovviamente identificare eventuali ulteriori cause di bassa statura patologica in età pediatrica.

I rimedi

In presenza di un deficit certo della funzionalità ormonale dedicata alla crescita (deficit di GH, o Growth Hormon) in determinati contesti clinici descritti dettagliatamente dall’AIFA è possibile usufruire della terapia con ormone della crescita ricombinate che consente un buon recupero staturale e il raggiungimento il più delle volte soddisfacente del target genetico familiare. Si tratta di una terapia iniettiva, da praticare periodicamente a dosaggi terapeutici stabiliti dall’endocrinologo pediatra che si prende cura del bambino e lo accompagna nella sua crescita in corso di terapia, monitorandone i benefici ma anche eventuali e possibili effetti collaterali.

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