Carl Rogers, psicoterapeuta americano, intorno agli anni ’40 ha sviluppato una metodologia d’aiuto basata sul concetto di non direttività. La terapia centrata sul cliente (Rogers volutamente abbandona il termine paziente per sottolineare l’assoluta parità tra cliente e agevolatore) divenuta, in un secondo momento, “approccio centrato sulla persona”, parte dal presupposto che ogni individuo possieda la capacità di auto-comprendersi, migliorare e trovare soluzioni alle proprie difficoltà.

L’approccio centrato sulla persona si fonda sul valore predominante dell’esperienza di ogni essere umano e stimola ogni individuo ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte e dei propri vissuti.

In altri termini, Rogers non parló più semplicemente di psicoterapia, ma di un punto di vista, una filosofia, un approccio alla vita, un modo di essere che si addice a ogni situazione in cui la crescita di una persona, di un gruppo, di una comunità è compresa nelle finalità.

Carl Rogers così si esprime a riguardo della sua idea delle potenzialità umane:
“Non condivido il punto di vista tanto diffuso secondo cui l’uomo è un essere fondamentalmente irrazionale i cui impulsi, se non fossero controllati, condurrebbero alla distruzione sua e degli altri. Il comportamento dell’uomo è invece squisitamente razionale e si orienta, con una complessità sottile e ordinata, verso le mete che l’organismo gli pone”.

Uno dei concetti fondamentali della teoria di Carl Rogers è quella di tendenza attualizzante. Con questo termine si intende la capacità intrinseca nell’essere umano di orientarsi selettivamente e in modo diretto verso il completamento e l’attualizzazione delle proprie potenzialità.

In un articolo del 1978, Carl Rogers descrive la tendenza attualizzante: “Abbiamo a che fare con un organismo che è sempre motivato, è sempre intento a qualcosa, che cerca sempre qualcosa. La mia opinione è che c’è nell’organismo umano, una sorgente centrale di energia e che tale sorgente è funzione di tutto l’organismo, non solo di una sua parte. Il modo migliore per esprimerla con un concetto è di definirla tendenza al completamento, all’attualizzazione, alla conservazione ed al miglioramento dell’organismo”.

Carl Rogers individua tre condizioni fondamentali perché la relazione d’aiuto abbia successo e si crei il clima di fiducia indispensabile al cliente per procedere verso una chiarificazione e accettazione dei suoi vissuti emotivi e della sua esperienza, a qualsiasi livello.

Queste condizioni sono:
– empatia;
– autenticità;
– accettazione incondizionata.

Strutturando l’intervento in modo da comprendere lo stato emotivo dell’altro, conl’esclusione ogni artificio terapeutico e volgendo verso una connessione autentica attraverso la quale ci si apre all’ascolto attivo, non giudicante né direttivo, lavoreremo costruendo un percorso comune pienamente vissuto ed accettato da tutti gli attori della relazione d’aiuto.

Nei contesti didattici, l’intuizione di Rogers permette di stimolare l’apprendimento significativo impostando il momento formativo sul collegamento empatico tra docente e discente nel quale, il primo si pone come ascoltatore non giudicante e come guida verso la crescita e l’autonomia, permettendo all’allievo di sentirsi compreso e libero di esprimere se stesso nella sua straordinaria complessità.