a cura di Layla Perroni, volontaria ItaliaAdozioni

La gravidanza è un’esperienza che coinvolge interamente la donna che ne è protagonista dal punto di vista mentale, emotivo e fisico. Non è sempre un’esperienza facile, perché le neo mamme si trovano ad affrontare difficoltà e problemi nuovi. Rispondere e soddisfare i bisogni di un neonato è complicato ed è indispensabile che ogni donna venga supportata e aiutata prima e dopo il parto.
Esiste, allo stesso tempo, la possibilità che una donna per diversi motivi non voglia né abbia la possibilità di prendersi cura del nascituro. L’ordinamento italiano a tal proposito prevede la possibilità di partorire in anonimato.

Secondo l’art. 30, comma 2, del DPR 396/2000, che sottolinea il diritto alla salute, alle donne che decidono di partorire in anonimato, deve essere assicurata e garantita sia l’assistenza medica che la tutela giuridica.
Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. È necessario comprendere che questa è una scelta non semplice per una donna ed è per questo motivo che deve essere fatta senza che essa subisca giudizi né pressioni esterne.

Come funziona l’adozione di un bambino partorito in anonimato

Nel caso in cui la madre voglia rimanere in una condizione di anonimato, la dichiarazione di nascita viene fatta dal medico o dall’ostetrica. Il già citato DPR 396/2000 all’art.30, comma 1, definisce infatti che “la dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico, dall’ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l’eventuale volontà della madre di non essere nominata”.

Inoltre, gli operatori sanitari effettuano una segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni della regione di competenza, in cui viene dichiarato il non riconoscimento del minore, e la sussistenza della situazione di abbandono. Il Tribunale apre in seguito un procedimento di adottabilità e inizia l’individuazione di una coppia adottante.

Accesso alle informazioni per l’adottato

La legge italiana prevede per l’adottato il diritto di accedere alle informazioni riguardo l’identità dei suoi genitori biologici al compimento dei 25 anni di vita. Nel caso in cui il bambino non venga riconosciuto alla nascita, questo non è possibile. L’art. 24 al comma 7 della legge 149/2001 cita infatti che “l’accesso alle informazioni non è consentito se l’adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all’adozione e la condizione di rimanere anonimo”. Oggi, in attesa che il legislatore intervenga, è possibile ricorrere all’interpello della madre biologica, che abbia dichiarato di non voler essere nominata al momento del parto, ai fini dell’eventuale revoca dell’originaria dichiarazione. Generalmente l’istanza va presentata al Tribunale per i Minori della propria regione di residenza.

Parto in anonimato e opinione pubblica

Spesso le donne non contemplano questa possibilità, perché o non la conoscono o sono spaventate dalle conseguenze. È fondamentale, allora, che le donne vengano informate sui loro diritti e che vengano supportate emotivamente e psicologicamente. La sfida è raggiungere queste donne in difficoltà. Alcuni Consultori Familiari già si attivano con campagne sui loro siti o depliant tradotti in varie lingue, ma non è abbastanza. Per questo si chiede la collaborazione della cittadinanza a diffondere, come ipotesi estrema, la possibilità di partorire in anonimato. Ai bambini, così come a chi li mette al mondo, va data l’opportunità di essere accolti e protetti.

La sera, quando la cullavo per ristorarla nel sogno degli angeli, le raccontavo la storia di una donna che l’aveva amata prima di me.
La storia di una ragazza che aveva voluto donare la vita a un esserino biondo e grassoccio, proteggendolo in pancia per nove mesi, con l’intenzione di donarla a quella donna che avrebbe saputo illuminare il suo futuro di speranze pulite e spensierate. Storie di madri sole e disperate che per amore si privavano della loro carne.
(Tratto da L’altra pancia, Cara adozione 2: un libro per conoscere l’adozione, ItaliaAdozioni 2022.)

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