di Antonella Salamone
Libro: 112 pagine
Editore: Algra (10 novembre 2017)
ISBN-13: 978-8893411479
Questo libro è frutto dell’esperienza personale dell’autrice che, zia senza figli, per la prima volta riflette sui rapporti e sulle dinamiche familiari che si innescano quando arriva un nipote.
“Zia, perché non hai figli?”
“Perché forse, prima di essere una mamma, Dio mi ha scelto come zia.”
La prima parte pone l’attenzione sul nuovo ruolo delle zie nella società di oggi per poi raccontare la testimonianza diretta dell’autrice e i figli non suoi.
Racconta la sua esperienza coniando il termine della zialità, per rivendicare l’ufficialità di ruolo di una figura para-genitoriale non presente in letteratura, incontrando anche le brevi testimonianze di altre zie e zii e con una scrittura semplice e scorrevole. Un’esplorazione sui diritti e i doveri soprattutto delle zie in uno scenario che propone nuovi modelli educazionali e che, nel flusso di una società liquida, sente il bisogno di ritornare ai vecchi e tradizionali valori della famiglia.
Le zie non sono madri e gli zii non sono padri sebbene i genitori spesso sentano queste figure come una minaccia alla loro autorità genitoriale. Ma gli zii non sono neanche nonni e come funamboli si trovano a camminare in equilibrio in delle zone d’ombra ricche molto spesso di cliché.
In che modo una zia influisce sull’educazione dei propri nipoti? Perché nessuno ne parla?
Senza volersi porre come un corollario da regole da seguire, il testo si offre come la testimonianza di una figura finora rilegata agli angoli dell’educazione dei bambini, ma che per necessità si sta imponendo in maniera forte e a tratti anche spiazzante imponendo di rivedere certe dinamiche familiari consolidate.
Il testo dell’autrice, appartenente al genere del saggio autobiografico, racconta l’esperienza in prima persona dell’essere zia ai tempi d’oggi, in una società in cui si fa sempre più urgente il bisogno di ristabilire i legami parentali che, complici i nuovi ritmi di vita a cui si è sottoposti, sono convulsamente cambiati. Se a prima lettura il testo racconta in maniera leggera e senza pretesa pedagogica un’esperienza personale, andando più a fondo si fa invece testimone di una mancanza, di un vuoto di ruolo ancora presente in letteratura. Il testo, infatti, risulterà non soltanto nuovo nei termini dell’argomentazione da cui muove, ma anche originale proponendo una nuova espressione dell’essere donna in questi tempi.
Il libro presenta due registri di lettura: uno dedicato al lettore adulto e uno rivolto invece al lettore bambino. Anche visivamente i due piani sono facilmente distinguibili dalla presenza, nell’ultima parte del libro, delle cinque illustrazioni eseguite dall’illustratore Alessandro Venuto. Il testo, suddiviso in 25 capitoli, una premessa e una favola, è scritto in prosa e procede dritto, in un italiano scorrevole e agile, privo di tecnicismi da manuale. Il libro si pone alla lettura come una sorta di memoriale in cui la voce dell’autrice si fa testimonianza dei cambiamenti della figura della donna, della madre e della società più in generale a cui questi cambiamenti fanno capo.
L’autrice
Antonella Salamone è nata in Sicilia nel 1982 e trasferitasi in Lombardia vive tra la sua terra e Milano. Comincia a scrivere poesie e racconti all’età di sette anni e vince diversi premi letterari tra cui il Premio letterario “Universi diversi” Omero, “Il premio di laurea Vito Cavallotto” Libreria Cavallotto, il premio “We have a Dream” Telecom Italia e Scuola Holden, il premio “Cammini Italiani” Unpli, ottenendo anche altri riconoscimenti e menzioni speciali. Ha pubblicato due racconti brevi “Ti guardo” e “Cuore di velluto” in riviste letterarie come Il Convivio e Anthos.
Laureata in Culture e linguaggi per la comunicazione all’Università di Catania, si specializza dapprima in Editing e successivamente in Web Marketing lavorando come copywriter e come Caporedattore per la rivista di viaggi Suq., sulla Sicilia non convenzionale.