La dermatite atopica è un disturbo cutaneo di natura infiammatoria, ricorrente, che coinvolge più persone all’interno di uno stesso nucleo familiare, caratterizzato da aree di pelle secche, desquamate e pruriginose le cui dimensioni e distribuzione sono tipiche a seconda dell’età d’insorgenza.
Alla base dello sviluppo della dermatite atopica ci sono i difetti della funzione barriera e l’iper-reattività cutanea che si manifestano soprattutto nei primi anni di vita; fortunatamente, con la crescita e l’arrivo della pubertà, i sintomi tendono a regredire, sebbene una piccola percentuale di ragazzi continuerà a manifestare il disturbo anche in età adulta.
Nella prima infanzia (0-3 anni) le aree secche e pruriginose si concentrano su cuoio capelluto, viso e lungo le braccia e/o le gambe; a partire dai 3 anni le lesioni coinvolgono anche il collo e la zona dietro le ginocchia.
Queste hanno un aspetto tipico, facilmente riconoscibile dal pediatra, ossia sono rosse, gonfie e pruriginose, spesso accompagnate da piccole vescicole che, se grattate, possono sanguinare e formare un’area piena di crosticine. Attraverso la visita pediatrica è possibile valutare alcuni
fattori che aiutino a prevedere se la patologia accompagnerà il bambino durante la crescita e se si manifesterà anche in età adulta; questi sono noti come fattori prognostici e possono essere determinati solo dal medico.
Alcuni di questi fattori sono:
1) esordio della dermatite entro i primi due mesi di vita;
2) associazione della dermatite con asma bronchiale e rinocongiuntivite allergica;
3) familiarità per dermatite atopica.
Come per altre forme dermatologiche, anche per la dermatite atopica la causa scatenante non è unica e più correttamente si parla di associazione tra cause genetiche e ambientali: quando coesistono, lo sviluppo della patologia è quasi del tutto inevitabile e gli interventi sono mirati ad alleviarne i sintomi. È pressoché impossibile controllare la predisposizione genetica allo sviluppo della dermatite atopica, tuttavia possiamo controllare i fattori ambientali, prestando particolare attenzione nel caso in cui ci siano genitori o fratelli che soffrono di questa malattia.
Analizziamo assieme queste cause:
1) elevato riscaldamento domestico: il caldo eccessivo in casa, causato non solo da termosifoni o condizionatori accesi troppo a lungo ma anche da una scarsa aereazione, è molto dannoso per la pelle perché tende a seccare l’aria e a far accumulare sostanze irritanti.
2) Ambienti urbani: la vicinanza alle strade a grande percorrenza ci espone a maggiori livelli di inquinanti ambientache danneggiano il nostro corpo, a partire proprio dalla pelle.
3) Arredamento: peluche, tappeti colorati e moquette sono l’ambiente perfetto per organismi che irritano la pelle, oltre a favorire l’accumulo di ingenti quantità di polvere ed allergeni.
4) Attenzione morbosa alle infezioni: i genitori sono molto attenti ad evitare che i propri piccoli entrino in contatto con agenti infettivi virali e batterici. Eppure questa attenzione può avere esiti controversi. Infatti il nostro benessere è il risultato di un equilibrio che si instaura stimolando le varie cellule del sistema immunitario nel corso del tempo: se alcune popolazioni cellulari non vengono correttamente stimolate questo equilibrio non si raggiunge e alcuni tipi di cellule, dette linfociti Th2, prendono il sopravvento dando luogo alle manifestazioni atopiche.
5) Troppa igiene: lavare continuamente i neonati, soprattutto facendo loro bagnetti caldi, lunghi e con l’uso di prodotti non adatti, causa alterazione della barriera epidermica, delipidizzazione e disidratazione.
Come la curiamo?
Il trattamento della dermatite atopica deve essere instaurato sotto la supervisione del pediatra e prevede il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
1) spegnimento dell’infiammazione;
2) ripristino della barriera cutanea;
3) prevenzione delle riacutizzazioni.
Questi obiettivi terapeutici si raggiungono con l’utilizzo di farmaci specifici (antinfiammatori locali o sistemici, antistaminici, cortisonici ed altri che possono essere usati solo sotto prescrizione e sorveglianza medica) e con l’ausilio di prodotti dermocosmetici che offrono un valido aiuto per prevenire e lenire i segni della dermatite atopica sulla pelle.
Molto spesso, erroneamente, si crede che l’acqua sia il migliore detergente, in realtà anche la “semplice” acqua può irritare la pelle, specialmente quella dei bambini affetti da dermatite atopica, per i quali è necessario prestare accorgimenti igienici e, soprattutto, usare detergenti e creme specificamente formulati.
Durante il bagnetto o la doccia, la temperatura dell’acqua non deve superare i 36°C e la durata del lavaggio non deve superare i 5 minuti. Per le pelli atopiche si preferiscono detergenti in formulazioni oleose mentre la terapia emolliente si realizza mediante l’uso di creme o emulsioni idratanti. Sono sconsigliati gli usi di profumazioni che, molto spesso, contengono allergeni.
Infine, bisogna ricordare che prendersi cura della pelle affetta da disturbi atopici è un processo lungo ed i miglioramenti dello stato della cute si vedono dopo alcune settimane di cura. Gli elevati standard di sicurezza nel settore cosmetico sono necessari per formulare prodotti ad uso pediatrico.
Questi prodotti sono apprezzati dai pediatri perché sono un valido aiuto dermocosmetico per affrontare il trattamento di un’ampia gamma di disturbi dermatologici del neonato e del bambino.
Un dermocosmetico a misura di bambino (ma anche a misura di adulto!) richiede controlli lunghi e meticolosi che si possono articolare in 5 processi distinti:
– la valutazione di sicurezza: obbligatoria per legge, deve essere affidata a persone esperte per analizzare l’impatto delle formule sulla salute deiconsumatori.
– Test preliminari all’immissione in commercio: i prodotti vengono testati da volontari e la valutazione oggettiva è affidata a personale professionista.
– La produzione: è il momento in cui un prodotto viene realizzato per la distribuzione sugli scaffali. In questa fase è fondamentale la selezione dei fornitori e la qualità degli ingredienti.
– I controlli post-commercializzazione: si tratta del monitoraggio continuo dell’uso dei prodotti nella vita dei consumatori.
– La raccolta di opinioni ed esperienze: i produttori si impegnano a garantire la sicurezza dei dermocosmetici e questo impegno non si arresta dopo la vendita, ma prosegue attraverso la raccolta di opinioni di consumatori e professionisti. Il fine della raccolta delle opinioni è quello di soddisfare le aspettative di chi usa il prodotto e modificare le formulazioni se necessario.
Leggi anche: