Sensibilizzare una società a valori che sono alla base dell’Adozione e dell’Affido non è semplice. Tante volte può capitare di imbattersi in credenze ed opinioni inesatte o addirittura errate. Per riuscire a superare stereotipi e pregiudizi, ItaliaAdozioni ha pensato di redigere un Decalogo dove sono evidenziati gli errori più comuni.

Perché redigere un Decalogo?

Un decalogo serve a riunire i precetti fondamentali riguardanti un’attività. È dunque un messaggio diretto e immediato che non dà adito a confusione per chi non è addetto ai lavori. Partendo dall’osservazione decennale su web, notizie giornalistiche e post social, ItaliaAdozioni ha scelto le dieci affermazioni più utilizzate da chi non conosce l’adozione e l’affido. E’ nato così il Decalogo dei dieci luoghi comuni sull’Adozione e sull’Affido, molto diffusi ma totalmente falsi. Per ogni affermazione è stata scritta la corretta informazione, consapevoli che è impossibile condensare in poche righe quanto ci sarebbe da dire e comunicare su ogni punto. Il sito dell’associazione fa da riferimento per chiunque volesse approfondire.

A cosa serve questo Decalogo?

Il decalogo è innanzitutto un’opportunità per supportare ed aiutare chiunque a veicolare informazioni corrette sull’adozione e sull’affido, in contrasto alle affermazioni inesatte. Le credenze erronee e i pregiudizi legati all’adozione e all’affido sono limitanti non solo per le persone adulte coinvolte in questi percorsi, ma hanno un impatto profondo e diretto sui bambini, che invece dovrebbero beneficiarne. Quando si alimentano visioni distorte, si minano le fondamenta stesse del processo di adozione e affido, creando barriere emotive e pratiche, che ostacolano l’incontro tra un bambino e una famiglia pronta ad accoglierlo.

Il decalogo delle credenze troppo adottate: 10 luoghi comuni sull’adozione e l’affido molto diffusi, ma totalmente falsi

1.“Adottare significa dare un bambino a una coppia”
Il fine ultimo dell’adozione non è quello di dare un bambino a una famiglia, ma una famiglia a un bambino.
Al centro dell’adozione c’è il minore con i suoi bisogni.

2. “In Italia ci sono tantissimi bambini da adottare”
I dati parlano chiaro: contrariamente a quello che in molti credono, per ogni minore adottabile ci sono almeno sei coppie disponibili all’adozione.
*Questo significa che il numero di minori adottabili è molto inferiore rispetto alle coppie che desiderano adottare.*

3. “Gli unici ‘veri’ genitori sono quelli biologici”
Sono genitori tutti coloro che si prendono cura dei figli con amore e responsabilità, indipendentemente dal legame biologico. L’adozione è una forma legale e profonda di genitorialità che merita lo stesso rispetto e valore.

4. “Adottare costa un sacco di soldi”
L’adozione nazionale in Italia è gratuita e non comporta costi diretti per i futuri genitori adottivi, in quanto è regolata e gestita dal sistema pubblico. Diverso è il caso dell’adozione internazionale, che prevede dei costi variabili a seconda del Paese.

5. “Adozione e affido sono la stessa cosa”
Adozione e affido sono due cose molto diverse. L’adozione è permanente e ha come obiettivo quello di dare una nuova famiglia definitiva a un minore che ne è privo. L’affido, invece, è temporaneo e ha come finalità il rientro del minore nella famiglia d’origine.

6. “Esiste solo una forma di affido”
Esistono diverse tipologie di affido per rispondere alle esigenze specifiche dei minori e delle famiglie (salvo eccezioni).

7. “È possibile adottare o fare l’affido solo per le coppie sposate”
La legge consente l’affidamento ai single, mentre per l’adozione le coppie devono essere sposate da almeno tre anni.

8. “Esiste l’adozione a distanza”
Quella spesso definita come “adozione a distanza” è in realtà una forma di sostegno economico a distanza.
Il concetto di adozione implica la creazione di un legame familiare definitivo, mentre “a distanza” si tratta solo di un tipo di donazione.

9. “Una persona malata non può adottare”
In Italia, una malattia importante non è un impedimento assoluto all’adozione, ma viene valutata caso per caso in base alla possibilità concreta di garantire al minore un ambiente stabile e sicuro nel tempo.

10. “Le guerre sono un ottimo momento per adottare”
Adottare un bambino durante una guerra non è quasi mai possibile perché in quei momenti non esistono le condizioni necessarie per dichiarare i minori adottabili o per verificare la loro situazione familiare.

decalogo ItaliaAdozioni

Le fonti del Decalogo

Per chi desidera approfondire le affermazioni riportate nel Decalogo, di seguito il focus su alcuni punti.

Punto 2: secondo le serie storiche pubblicate dal Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Statistica e Analisi organizzativa negli anni dal 2001 al 2021 in Italia sono stati dichiarati adottabili 25.527 minori, sia con genitori noti che ignoti. Nel ventennio preso in esame sono diventati figli attraverso l’adozione nazionale 21.015 minori, ciò significa che ogni anno sono stati adottati circa 1000 minori. Gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Statistica e Analisi organizzativa sull’adozione nazionale sono relativi al 2022. I minori adottati sono stati 755 (a cui va aggiunto il dato del secondo semestre del TM di Torino) a fronte di 8362 domande di disponibilità all’adozione, ciò significa che per ogni minore c’erano circa 11 coppie in attesa.

Punto 4: L’adozione nazionale è gratuita. Per quanto riguarda, invece, le spese da sostenere in caso di adozione internazionale ogni Ente, autorizzato dal Governo italiano, deve “indicare per ciascun Paese di operatività il costo richiesto alle coppie che intendano adottare un bambino”.
La CAI Commissione per le Adozioni Internazionali inoltre aggiorna e segue i rimborsi previsti per le spese sostenute dalle coppie per l’adozione internazionale (spese che sono anche in parte deducibili).

Punto 6: La legge 28 marzo 2001, n. 149 fissa la lunghezza massima dell’affido a 24 mesi, prorogabile da parte del tribunale per i minorenni laddove se ne riscontri l’esigenza.

Punto 9: La legge non esclude in alcun modo le persone con patologie come la sclerosi multipla (o più in generale con disabilità) dalla possibilità di adottare. Tuttavia, la presenza di una malattia invalidante può rendere necessari più approfondimenti nel percorso di adozione. allo stesso modo non esiste una legge che vieti le adozioni a chi è guarito dal cancro.

In conclusione

La società deve riconoscere e comprendere che l’adozione e l’affido non sono risposte alle necessità degli adulti, ma sono volte a tutelare i minori e perciò orientate ai loro bisogni. Informandosi, condividendo e veicolando la giusta informazione diamo inizio ad un’azione comune che fa la differenza. Aiutaci anche tu.