Nell’epoca dei cosiddetti “nativi digitali” aumenta l’esposizione dei nostri ragazzi ad un mondo che può nascondere insidie.
I genitori e gli educatori comunicano con i bambini/ragazzi riguardo alle esperienze online? Si parla della sicurezza di Internet e dell’uso appropriato delle tecnologie? Nell’epoca dei cosiddetti “nativi digitali” diminuiscono le relazioni sociali “vis a vis” ed aumentano le interazioni virtuali: aumenta quindi l’esposizione dei nostri ragazzi ad un mondo affascinante, ma che può nascondere alcune insidie.
Secondo l’indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2012-2015) aumentano infatti i ragazzi che trovano in Internet informazioni false sul proprio conto, che ricevono messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, o che si ritrovano in situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.
cyberbullismo
Secondo l’ISTAT (2014) il bullismo e cyberbullismo coinvolge in maniera frequente il 20% degli studenti italiani di età compresa tra gli 11 e i 17 anni e i ragazzi e ragazze che hanno subito sporadicamente atti di bullismo sono circa il 50%!
Il bullismo elettronico, conosciuto anche come crudeltà sociale online, è definito come bullismo perpetrato tramite e-mail, messaggistica istantanea, in una chat room su un sito internet o su un sito di giochi, oppure attraverso messaggi digitali o immagini mandati ad un telefono mobile. Benché condivida alcune caratteristiche con il bullismo tradizionale, il bullismo elettronico rappresenta un fenomeno diverso e peculiare. Per esempio, sembra che le ragazze siano più portate dei ragazzi a commettere ed essere vittima di bullismo elettronico.
Ma quali pericoli si corrono online? È possibile rintracciare vari esempi di bullismo elettronico: in contesti “pubblici”, come chat room o gruppi di discussione, ci si può per esempio imbattere in brevi, ma violenti scambi di messaggi tra due o più individui.
A volte gli scambi diventano una serie di messaggi offensivi inviati ad un bersaglio e si trasformano quindi in vere e proprie molestie elettroniche. In rete ci si può imbattere anche in informazioni false e sprezzanti su qualcuno, una forma di pubblica denigrazione. Un’informazione falsa o vera, ma privata, può essere postata su una pagina web o può essere divulgata ad altri via e-mail o messaggistica istantanea.
Spingendosi oltre, qualcuno potrebbe impossessarsi di fotografie altrui e una volta alterate digitalmente in modo da darne una connotazione essualizzata o offensiva, postarle o inviarle ad altri. Addirittura fingere di essere la persona (spacciandosi per la vittima) e scambiare informazioni negative e inappropriate con altre persone: come se la vittima in persona stesse dando voce ai propri pensieri condividendo informazionipersonali, seppur inedite o imbarazzanti, con qualcuno a cui queste informazioni non erano mai state destinate.
Sia nel mondo telematico che in quello reale i ragazzi spesso percepiscono di essere parte di un gruppo o fuori da esso.
L’esclusione online può avvenire in ogni forma di ambiente virtuale: può succedere ad esempio che prima si viene accettati e poi cacciati da una lista di amici oppure subito rifiutati (la richiesta di amicizia non viene accettata) dal gruppo dei compagni di classe su un social network.
Infine, ma non meno importante, si può anche assistere allo stalking elettronico: ci si riferisce all’utilizzo di comunicazioni elettroniche per perseguitare un’altra persona attraverso continue comunicazioni moleste e minacciose.
Seppur spesso correlato alle molestie, lo stalking elettronico implica più tipicamente minacce che “semplici” molestie.
 

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