Perché è importante la condivisione per un genitore di un bambino nello Spettro Autistico
Ho sempre sostenuto l’importanza della condivisione in ogni ambito e ne apprezzo ancora di più il valore quando si parla di Autismo. Pensiamo alla sinergia che si crea quando parliamo con una persona che ha i nostri stessi interessi, la nostra stessa passione, una persona che vive le nostre stesse difficoltà. Parliamo da subito “la stessa lingua” e, senza magari neppure conoscerci così bene, creiamo insieme un rapporto stimolante per entrambi.
A maggior ragione la sinergia che si crea tra genitori che vivono realtà simili è una forza, un aiuto, uno stimolo, soprattutto nei periodi delicati.
Il potere del Cerchio
Come Coach lavoro anche con genitori di bambini e ragazzi nello Spettro Autistico, sia individualmente che in sessioni di gruppo. Il Cerchio è un prezioso percorso di condivisione, apprendimento e trasformazione. Il genitore che condivide la sua esperienza non si limita a descrivere un singolo evento, ma contatta tutte le emozioni connesse a quell’evento, ne diventa consapevole e le trasmette agli altri genitori.
– Contattare le proprie emozioni consente di fermarsi un attimo e guardarsi dentro, riconoscere tutte le sensazioni provate e dare loro finalmente un nome.
– Trasmettere le proprie emozioni agli altri tramite il proprio racconto è un passo importante per chi lo compie, perché consente da un lato di aumentare la propria consapevolezza e dall’altro di lasciare andare il peso del carico emotivo tenuto sotto controllo fino ad ora.
Condividere e accogliere la storia emotiva: due momenti differenti del Cerchio
A chi condivide la sua esperienza non spetta il compito di capire come possa essere utile la condivisione della sua storia emotiva. Non gli spetta sapere che cosa gli altri genitori potranno fare di quell’esperienza, che cosa potranno cambiare nella loro vita grazie alle sue parole.
La sua unica responsabilità è guardarsi dentro in modo sincero, senza filtri, senza giudizio e dare un nome a ciò che trova. Le emozioni che evoca negli altri e gli stimoli che ne scaturiscono sono responsabilità di chi ascolta la sua storia emotiva. Non è detto che chi accoglie la condivisione provi le stesse emozioni di chi condivide.
La storia emotiva farà risuonare in lui ciò che ha bisogno di esplorare, ciò che gli crea disagio, ciò che deve “guarire”.
Ognuno sarà libero di provare le sue sensazioni, di dare un nome alle sue emozioni, di decidere se cambiare qualcosa nella sua quotidianità in seguito agli stimoli percepiti.
Il potere del Cerchio
La libertà di essere se stessi e di contattare quelle parti di noi che abbiamo bisogno di mettere in luce, nel rispetto di sé e degli altri.
Ogni genitore può far suo il contenuto condiviso nella modalità che meglio ritiene e può iniziare a fare chiarezza dentro di sé, sulle proprie emozioni.
Il Cerchio parte da una riflessione, una piccola-grande scoperta di sé e ha come scopo quello di “attivare” gli altri Genitori, suscitando in loro – in una sinergia perfetta – empatia, accoglienza ed energia, che consentono di vincere le proprie paure ed attivare il coraggio di trasformare qualcosa, all’interno o all’esterno.
Quali sono gli obiettivi del Cerchio?
1. Praticare e sviluppare l’ascolto attivo, un ascolto profondo e senza giudizio, nei confronti di sè e degli altri;
2. contattare le proprie emozioni, sia per chi condivide, sia per chi accoglie la condivisione, consentendo ad entrambi di accrescere la propria consapevolezza;
3. lasciare andare il peso di un carico emotivo complesso, spesso negato, trattenuto o inesplorato;
4. stimolare dei cambiamenti, che permettono di vedere la realtà sotto un diverso punto di vista e di agire – e non reagire – in modo differente, più funzionale.