Quali sono le fasi dello spannolinamento?

Jamie Glowacki, l’autrice del libro “Educare al vasino: la guida per genitori moderni”ne individua sette e, se il piccolo non completa un blocco, avrà difficoltà a passare al successivo. È quindi importante seguire con attenzione tutti i suggerimenti indicati per ciascuna fase.

1) Fare pipì e cacca da nudo, con e senza sollecitazione.
2) Fare pipì e cacca da vestito senza mutande, con e senza sollecitazione.
3) Fare pipì e cacca in alcune situazioni e luoghi diversi, con e senza sollecitazione.
4) Fare pipì e cacca con le mutande indossate, con e senza sollecitazione.
5) Iniziare a fare pipì e cacca sistematicamente da solo.
6) Notte e pisolini.
7) Liceo. Dovrà essere sollecitato, ogni tanto.

 

Le 10 cose da fare il primo giorno: alcuni consigli indispensabili per lo spannolinamento

  1.  Togliere il pannolino al figlio. L’autrice suggerisce di accompagnare questo gesto con una frase ad effetto e incitante, come per esempio “Oggi diventerai un bambino grande e metterai la tua pipì e la tua cacca nel vasino. Io ti insegnerò come si fa e ti aiuterò a imparare. Evviva! Ci divertiremo un sacco”.
  2.  Restare a casa tutto il giorno, per stare sempre insieme al figlio senza distrarsi mai.
  3.  Il piccolo dovrà restare nudo tutto il giorno. Infatti è davvero necessario che stia almeno senza pantaloni e mutande. “Per gran parte della giornata dovrete acchiapparlo mentre fa pipì e portarlo sul vasino, e se ha il sedere coperto in qualsiasi modo quando vedrete la pipì sarà troppo tardi” spiega l’autrice.
  4. Più spazio ai liquidi. “Di solito un paio di succhi di frutta ottengono lo scopo e in questo primo blocco di apprendimento funzionano a meraviglia. Potete anche dare anguria, frutta o ghiaccioli, perché valgono tutti come liquidi. Se il bambino ha meno di ventiquattro mesi, non pressatelo a bere di più”.
  5.  I genitori non devono fare assolutamente niente. “Bisogna tenerlo d’occhio e aiutarlo ad arrivare al vasino, perché senza il vostro aiuto non è ancora in grado di cogliere il suo bisogno di fare pipì”.
  6.  Una volta che la pipì è nel vasino si hanno svariate opzioni. Si può battere il cinque, fare un balletto insieme, far guardare il vasino pieno e poi svuotarlo o dire semplicemente “Grazie” o “Caspita, ci sei riuscito”.
  7.  Non fare diventare la corsa al vasino un momento frenetico o che metta paura. Meglio, quindi, tenerlo vicino a dove si sta con il bambino.
  8. Non chiedere mai (nemmeno nei giorni successivi) se gli scappa. Occorre solo sollecitatelo dicendo qualcosa come “Vieni, è ora di fare pipì”.
  9.   Cercare di capire lo sguardo del bambino, che generalmente è accompagnato da un segnale fisico di qualche genere che inizierete a riconoscere. “Potreste vederlo restare in piedi perfettamente immobile o magari smettere di giocare. Potrebbe segnalarlo con le mani e/o a parole oppure no. Quando vedete quella faccia e/o segnale, aiutatelo ad arrivare al vasino”.
  10. La prima cacca: il figlio si sentirà veramente strano, essendo abituato a farla nel pannolino. “Come per la pipì, il mio consiglio è aspettare che arrivi, anziché usare il metodo del sedersi e aspettare. Segnali di una cacca imminente da tenere d’occhio sono un’espressione di intensa concentrazione, versi che indicano sforzo, contorcersi, dare segni di disagio fisico, sfregarsi la pancia. A quel punto voi lo mettete sul vasino”.

Le cinque cose da fare per togliere il pannolino durante la notte

  1.  Saper capire quando è il momento di togliere il pannolino durante la notte: un indicatore veramente buono è quando il bambino inizia a restare asciutti durante il pisolino. Ma questo non vale per tutti i bambini.
  2. Non togliere il pannolino soltanto per il pisolino. È sempre meglio eliminare tutti i pannolini appena possibile, ma lo spannolinamento notturno può essere un pò instabile perché c’è il problema reale di non sapere se la vescica del bambino è in grado di trattenere e concentrare le pipì così a lungo.
  3. Educare allo spannolinamento notturno entro i tre anni e mezzo. Il pannolino della notte può restare fino a circa tre anni, tre anni e mezzo, ma se non succede spontaneamente entro quest’epoca occorre intervenire. “Questo perché a quell’età la vescica si sviluppa, e se lo sviluppo si completa senza che il bambino abbia potuto esercitarsi a trattenere la pipì e senza che tante piccole pipì si siano consolidate in poche pipì grandi, quei muscoli si atrofizzeranno e voi faticherete a tempo indeterminato con la pipì a letto”.
  4. Posticipare di qualche settimana lo spannolinamento notturno se la madre è incinta di un altro bambino. Se la madre è anche incinta ed è oltre le trentadue settimane, non c’è assolutamente nessun problema a posticipare lo spannolinamento notturno fino a quando il bebè avrà tra le quattro e le sei settimane. “Dovete riposare, risparmiare energie per il travaglio e il parto, adattarvi alla vita con un neonato. Potrete dedicarvi al compito quando starete sveglie ad allattare il più piccolo e non c’è ragione perché vi stressiate a farlo ora, a meno che, naturalmente, non lo desideriate”.
  5.  Acquistare allarmi sonori se lo spannolinamento notturno non va bene. Se dopo una settimana di tentativi lo spannolinamento notturno pare un completo disastro, è possibile che il bambino abbia un sonno estremamente profondo. “Se sospettate che per lui sia veramente così, date un’occhiata ai vari sistemi di allarme che si trovano in vendita. Sono allarmi sonori che svegliano il bambino appena inizia a farla”.
Educare al vasino libro

Ma perchè?

27 storie per rispondere alle grandi domande dei più piccoli

di Jamie Glowacki
Libro: 320 pagine
Editore: Edizioni LSWR (13 febbraio 2023)
ISBN-13: 979-1254910511