“Un bambino quando viene al mondo non ha un passato, né esperienza da cui trarre indicazione per gestire se stesso, deve basarsi sulle esperienze che ha con le persone che gli stanno intorno e sui messaggi che essi gli inviano riguardo al suo valore come persona.” (Satir, 1972)


Cari genitori, ho deciso di scrivere una lettera.
Come psicologa-psicoterapeuta ho incontrato tanti bambini sofferenti, soli e non ascoltati dai genitori che stavano per separarsi o che l’avevano già fatto. Il mio vuole essere un modo per aiutarvi ad evitare a non commettere errori e a farvi capire che i bambini/adolescenti vedono, sentono e non osano parlare per paura di aggravare la situazione conflittuale all’interno della famiglia.

La separazione è un’esperienza traumatica che mette in crisi il sistema familiare. Da una parte i genitori che arrivano alla decisione di separarsi dopo un lungo periodo di riflessione, ripensamenti, delusione e dolore con la consapevolezza di dire “addio” ad un progetto di vita in comune; dall’altra i figli che vivono questo momento con confusione.
Per figli questa fase è un periodo:
– di esposizione allo stress rischioso per la salute psichica;
– di sperimentazione di una trasformazione degli abituali contesti di vita e delle abitudini quotidiane;
– di destabilizzazione e mutamento del contesto esistenziale. Sono, dunque, i figli che senza alcuna colpa soffrono maggiormente e subiscono il danno psicologico, soprattutto se è evidente una forte conflittualità.

È importante, allora, che voi genitori seguiate delle regole:
rendete partecipi i figli delle decisioni e delle ragioni della separazione perché hanno bisogno di comprendere una realtà che mette in gioco il loro bisogno di sicurezza e di continuità. L’unità familiare rappresenta per i figli un contenitore rassicurante, per cui il dialogare con loro significa dare un tempo ed uno spazio in cui i genitori possono rispondere ai loro dubbi e alle loro domande. I figli devono capire che la questione riguarda solo la coppia e che essi non hanno colpa e responsabilità, non solo, ma devono essere rassicurati che l’amore di papà e di mamma resta immutato.

Fate in modo che i vostri figli non diventino “postini” dei vostri messaggi o mediatori per risolvere i vostri problemi. Non devono prendersi sulle spalle la responsabilità di tenere in vita la famiglia.
Parlate con il cuore, cosi da farli sentire più sicuri. Soffriranno, ma avranno il pensiero di soffrire a voce alta invece di soffocare la loro inquietudine nel silenzio.
– Per reggere lo stress di una notizia traumatica, un figlio deve poter esprimere i propri sentimenti, trovare ascolto e comprensione. Perciò, è importante che consentiate loro di manifestare la rabbia, il dolore e la tristezza.
– Non fateli sentire non presi in considerazione e di non contare nulla.
– Non rispondete in anticipo a domande che i vostri figli non hanno fatto o non si pongono ancora.

Ascoltateli senza giudicare e senza giustificazione. Ascoltate ciò che provano, pensano e immaginano.
– Non dite mai: “Adesso sei tu l’uomo di casa”. I vostri figli non devono prendersi cura dei genitori che sono stati lasciati soli.

Non usate i figli come giudici o arbitri dei comportamenti sollecitando da loro un’opinione su chi di voi abbia ragione. Non screditate né denigrate l’altro genitore agli occhi dei figli anche se è assente.
– Non svalutate le idee o lo stile educativo del partner.
– Astenetevi da ogni ricatto affettivo.
– Cercate di essere presenti agli eventi importanti che vedono i vostri figli come protagonisti.
– Collaborate fra voi e parlate con gli insegnanti, medici e con tutte le figure significative nella loro vita.

Non mettetevi a litigare in modo violento in loro presenza. La conflittualità crea un clima familiare più teso. Il conflitto genera tensione emotiva e dolore, invece, i bambini e gli adolescenti hanno bisogno di ambienti sereni e armonici. Inoltre, l’esempio di due genitori in lite porta il figlio a ritenere che quella sia la normalità e riprodurrà con il proprio compagno le medesime modalità relazionali (trasmissione intergenerazionale del disagio familiare).
– Non siate troppo indulgenti e rispettate le stesse regole, cercando di essere coerenti.

Cari genitori, ricordate che i vostri figli vogliono avere due genitori felici e realizzati!