Se si tiene conto che le vibrazioni sonore caratterizzano il vissuto di ogni uomo fin dalle prime settimane di vita nel grembo materno, si possono facilmente intuire i motivi che hanno indotto ricercatori illuminati ad affidare alla musica il ruolo di “porta d’ingresso” per avviare e/o stimolare qualsiasi forma di comunicazione.

Le ormai numerose esperienze di musicoterapia confermano l’utilità di affiancare la musicoterapia ai tradizionali corsi di preparazione al parto poiché la musica può aiutare la gestante a rilassarsi a contenere l’ansia a raggiungere uno stato di generale benessere psicofisico nonché di stimolare adeguatamente lo sviluppo strutturale e funzionale del sistema nervoso del feto stesso.
Infatti tutti gli stimoli presenti nell’ambiente nel quale il feto cresce (suoni interni ed esterni alla madre) contribuiscono allo sviluppo delle vie sensoriali-acustiche favorendo anche il processo di maturazione strutturale e funzionale del sistema nervoso.
L’interevento di musicoterapica per gestanti è una complessa modalità d’intervento che si colloca nell’ambito della prevenzione primaria, coinvolge e tocca fattori e aspetti connessi con la gravidanza di tipo fisico emotivo relazionale.
Ha tra suoi obiettivi fondamentali quello di sollecitare/accompagnare l’instaurarsi di una buona relazione madre/bambino attraverso tecniche ricettive ed attive necessarie per il benessere psicofisico del feto e della partoriente.
Con le prime l’ascolto della musica rappresenta l’aspetto prevalente del percorso: l’ascolto di brani musicali selezionati dopo una precisa analisi musicale avranno lo scopo di stimolare un apprendimento precoce nei bambini da un lato, e di favorire la distensione psico fisica della gestante dall’altro.
È in queste sedute che risulta importante soffermarsi sulla capacità di ascolto del feto stesso: a seconda delle musiche che saranno scelte e/o delle sollecitazioni sonore si potrà constatare come a volte durante tutta la seduta, il piccolo resti fermo o oppure muoversi continuamente rielaborando e restituendo quelle emozioni che la mamma vive in prima persona e nello stesso tempo.
In altre parole la nascita del suo abituarsi ad ascoltare le azioni-reazioni motorie in risposta al suono della voce e della musica ascoltando se stessa, i suoi ritmi interni ed il loro modificarsi con il procedere della gravidanza.

Gli esercizi di respirazione accompagnati da musiche adeguate aiuteranno la futura mamma a superare l’ansia e a conferire più tranquillità e sicurezza in se stessa, emozioni che indirettamente vivranno anche i bambini

In tale ottica la musicoterapica si pone come strumento di benessere, rivendicando il fondamentale ruolo dell’ascolto della voce materna che, in base all’ analisi condotte, rappresenta un meraviglioso mezzo di interazione madre- figlio, un ponte verso una motricità più organizzata e quindi di uno sviluppo psicomotorio globale più armonico del bambino, uno stimolo all’allattamento al seno attraverso la suzione non nutritiva: quest’ultima considerata un segni di organizzazione da parte del neonato ad una preparazione alla suzione nutritiva ovvero alla capacità di nutrirsi adeguatamente ed interagire ulteriormente con la madre attraverso l’eventuale attaccamento al seno.
È risaputo che vi sono legami strettissimi tra emozioni/comportamento infantile ed emozioni e comportamento materno tanto che ad essi è legato lo sviluppo dell’ego ovvero dell’identità psicologica. Il feto percepisce e acquisisce non solo le vibrazioni a livello corporeo e acustico, ma anche le emozioni trasmesse dalla mamma. Chiaramente l’embrione non rimane indifferente agli stimoli che avverte ma risponde in modo chiaro e differenziato così che, lavorando su questi elementi si crea un dialogo non-verbale tra madre e figlio.
Questo consente alla mamma di capire già da molti aspetti la personalità del bambino ed instaurare con lui un dialogo. I risultati delle ricerche compiute sulla sensorialità fetale mostrano che il bambino conserva un memoria sonora del vissuto prenatale. Il nascituro è in grado di recepire le sollecitazioni esterne molte della quali, soprattutto quelle sonore riconoscerà dopo la nascita. L’esperienza di musicoterapia sperimentata n gravidanza fornisce un valido piano di aggancio tra il prima e il dopo parto, mostrando che la riflessione e il dialogo iniziati con il feto hanno modo di continuare attraverso una comunicazioni fatta di segni sonori, musicali, corporei, che esprimono affetto ed emozioni.
La ritmicità, in primis, quella legata al battito cardiaco e, alla voce della madre, si configura come elemento privilegiato nella vita fetale e neonatale, ponendosi pertanto come elemento unificatore e anello di congiunzione tra il prima e il dopo. Le tecniche attive si basano sul “fare musica” con strumenti musicali facilmente utilizzabili dove ovviamente non serve nessuna conoscenza teorica musicale e dove la madre si procura uno spazio espressivo in cui manifestare liberamente i propri stati d’animo e soprattutto, dove attivare un processo creativo in cui riconoscersi e percepirsi.
In questo contesto assume un importanza fondamentale il “corpo” quale espressione degl’affetti: emozioni e reazione fisica sono interdipendenti e la possibilità di agire sull’ una consente la modificazione dell’altra. I movimenti precisi del corpo avranno anche lo scopo di controllare la concentrazione muscolare, di stimolare un movimento rotatorio dei fianchi ed aumentare la tonicità corporea. La varie attività offerte del contesto non-verbale della musicoterapia durante la gestazione (melodie, soni, ninna-nanne, improvvisazione vocale e strumentale, movimento, danza) favoriscono il dialogo tra la gestante e il feto e, se continuate dopo la nascita costituiscono un elemento di grande importanza per favorire un armonioso sviluppo del bambino.
I ritmi endogeni, provenienti dall’ambiente uterino, e quelli esogeni, che arrivano dal mondo esterno sono alla base dell’organizzazione biologica del feto e de neonato poi, e sulla loro base si costituiscono la relazione primaria e l’interazione sociale.