Cos’è la tiroide?

La tiroide è una ghiandola che regola molte funzioni vitali del corpo, tra cui il metabolismo, la crescita e lo sviluppo. È inoltre una ghiandola con un importanza enorme in ginecologia. Un suo malfunzionamento, infatti, è responsabile di infertilità e sterilità, poliabortività, parto pretermine e anche alterato sviluppo fetale.

Ipotiroidismo, ipertiroidismo e cicli mestruali

La tiroide produce due ormoni importanti, la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), che regolano il metabolismo del corpo. Quando la funzione tiroidea è alterata, possono verificarsi una serie di problemi di salute, come l’ipotiroidismo (produzione insufficiente di T3 e T4) o l’ipertiroidismo (produzione eccessive di T3 e T4).
Nel caso dell’ipertiroidismo l’eccesso di ormoni può causare flussi mestruali più abbondanti e frequenti, senza tuttavia incidere in maniera particolare sulla fertilità. Al contrario nell’ipotiroidismo i cicli tendono a diventare più scarsi e irregolari o causare cicli anovulatori, quindi con impossibilità ad ottenere una gravidanza.

Il TSH

Il parametro più importante per la valutazione della funzionalità tiroidea è il TSH, l’ormone che stimola la tiroide a produrre T3 e T4. In preconcezionale, e nelle donne che eseguono procedure di PMA, è utile mantenere questo valore al di sotto di 3, o idealmente al di sotto di 2.5 mIU/L. Valori alti di TSH possono infatti incidere fino al 35% delle cause di mancato concepimento. In caso di TSH alto è anche utile andare a dosare gli autoanticorpi tiroidei, per valutare la presenza di una tiroidite autoimmune. Tra questi anticorpi ricordiamo l’anti-tireoperossidasi (Ab-TPO), la cui presenza si associa ad aumentato rischio di sterilità e aborto precoce del primo trimestre. La presenza degli anticorpi, infatti, interferisce con l’impianto dell’embrione e con la formazione della placenta. Inoltre può associarsi anche a livelli di AMH basso e insufficienza ovarica precoce.

Una volta che è arrivata la gravidanza, come controllare la tiroide?

Nel primo trimestre è utile valutare, indipendentemente dalla presenza o meno di una patologia tiroidea nota, il pannello completo con TSH. FT4, FT3, per evidenziare la presenza di una patologia subclinica non nota. È consigliabile mantenere il TSH a valori inferiori a 2.5 mIU/L nel I trimestre, 3.0 mIU/L nel II trimestre, e 3.0-3.5mIU/L nel III trimestre di gravidanza.

La carenza di ormoni tiroidei materni può infatti causare alterazioni nel feto, fino ad alterazioni dello sviluppo cerebrale (ipotiroidismo congenito). Per questo motivo, in corso di gravidanza è essenziale prendersi cura della tiroidea. Ricordatevi che la causa principale di ipotirodismo è la carenza di iodio. 250 microgrammi di iodio, in gravidanza, fanno la differenza sia per la mamma che per il bambino e non devono mai mancare nella dieta giornaliera. La carenza di iodio provoca alcune fra le più comuni disfunzioni della tiroide, quali ad esempio il gozzo, con la formazione di noduli o l’ipotiroidismo, particolarmente dannoso quando non è riconosciuto nella donna in gravidanza. Oltre agli integratori, utili in caso di carenza dietetica, un aiuto può derivare da una dieta con alimenti più ricchi di questo elemento, come i pesci di mare e i crostacei.