La SIDS, Sudden Infant Death Syndrome, è comunemente conosciuta come “morte in culla”.
Il termine SIDS è stato introdotto nel 1969 da Beckwith; nel 2004 un gruppo internazionale di esperti si trovò a San Diego per la formulazione di una definizione di SIDS, ovvero “morte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano durante il sonno e ad eziologia sconosciuta.
Questo evento rimane inspiegato anche dopo l’esecuzione di un’indagine post-mortem completa che racchiude: l’autopsia, la valutazione del decesso e la revisione dell’anamnesi clinica del caso”. Ciò significa che, nonostante i progressi fatti nel campo, quella di SIDS è una diagnosi di esclusione.
La SIDS è la causa di morte più comune per i lattanti di età compresa tra un mese e un anno di età; l’incidenza aumenta tra il secondo e il quarto mese di vita. La sua frequenza varia geograficamente. Tra i paesi con un tasso elevato (dal 3 al 7 per mille nati vivi) ci sono l’Australia (soprattutto la Tasmania), la Nuova Zelanda e l’Irlanda del Nord.
I paesi occidentali hanno generalmente un tasso intermedio (da 1 a 3 per mille nati vivi), mentre Hong Kong, Giappone e Svezia hanno un tasso basso (da 0,05 a 1 per mille nati vivi).
In Italia la SIDS colpisce circa 300 bambini l’anno. Sebbene ci siano caratteristiche distintive associate alla sindrome, non ci sono caratteristiche diagnostiche che possano essere attribuite a una morte per SIDS, ma si conoscono vari fattori che ne aumentano il rischio (Rohana et al., 2018).
Tra i fattori protettivi abbiamo l’“ABC” del sonno sicuro.
A: ALONE
B: BACK
C: CRIB
Alone: il bambino dovrebbe dormire sempre solo, no nello stesso letto dei genitori, né nello stesso letto con i fratelli.
Back: il bambino deve dormire sempre in posizione supina. Questo riduce il rischio di SIDS. La posizione prona sarebbe la posizione che aumenterebbe maggiormente il rischio, mentre il decubito laterale lo farebbe, anche se in misura minore.
Crib: il bambino dovrebbe dormire in una culla stabile, senza paracolpi, in un materasso comodo, senza lenzuola aderenti, trapuntine. Non devono dormire in sedie, poltrone, divani.
La stragrande maggioranza dei decessi causati da soffocamento avviene su di una superficie non sicura (soprattutto divani e poltrone) e quando la persona che condivide il letto con il bambino ha assunto droghe o alcol; inoltre, spesso, quando avviene questo tipo di decesso, la persona con la quale il neonato stava condividendo il letto durante il sonno non era uno dei suoi genitori ma bensì un altro adulto (Wambach et al., 2016).
Divani, alcune culle, sedie reclinabili e altre superfici rovinate e non solide, sono superfici rischiose, soprattutto se il bambino è fuori dalla distanza visiva e sensoriale di un adulto responsabile (Wambach et al., 2016).
Fattori di rischio
La causa di questa sindrome è considerata multifattoriale ovvero che coinvolge le interazioni di vari fattori (Adams et al., 2015). In particolare, Filiano e Kinney ipotizzano che la SIDS sia il risultato della presenza di tre condizioni che si presentano simultaneamente: la condizione primaria è che il bambino si trovi in un periodo di sviluppo critico (cioè il primo anno di vita), la seconda condizione è la presenza di una vulnerabilità sottostante che aumenta la suscettibilità (ad esempio posizionare il bambino prono per dormire) e l’ultima è la presenza di un fattore esogeno stressante come, per esempio, le caratteristiche genitoriali (una tra esse è l’età giovane della madre). Quando questi tre fattori si allineano, si ritiene che il rischio sia maggiore (Duncan & Byard, 2018; Spinelli et al., 2017).
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che i rischi per la SIDS possono essere considerati come intrinsechi o estrinsechi, dove i fattori intrinsechi influenzano la suscettibilità e i fattori estrinsechi rappresentano stress fisici vissuti intorno al momento della morte (Duncan & Byard, 2018). Tra i fattori intrinsechi troviamo: sesso maschile, prematurità, basso peso alla nascita, polimorfismi genetici ed esposizione prenatale a droghe, in particolare nicotina, e alcol (Duncan & Byard, 2018; Spinelli et al., 2017).
I fattori intrinsechi sono normalmente non modificabili ad eccezione del fumo e dell’alcol (Duncan & Byard, 2018; Spinelli et al., 2017).
I fattori estrinsechi invece sono rappresentati da stress fisici vissuti intorno al momento della morte e includono: posizione del sonno (in particolare quella prona) la condivisione della superficie del sonno, il sovraffollamento/surriscaldamento, la presenza di coperte o oggetti che possano essere ingeriti e che possano soffocare o intrappolare il neonato, superfici inadeguate per il sonno e la copertura del viso del bambino (Duncan & Byard, 2018). Infatti, mentre, i letti per bambini sono attualmente progettati per soddisfare le esigenze di sicurezza per i neonati, i letti per adulti sono progettati per esigenze e comfort per gli adulti (Thoman, 2006).
Fattori protettivi
Oltre alla posizione supina per dormire, che è il fattore protettivo più significativo per la SIDS, vi sono anche altri fattori che ne diminuiscono il rischio (Oliveira et al., 2020). Tra i fattori protettivi troviamo: la NON esposizione del piccolo al fumo passivo, fornire al bambino il ciuccio dopo il primo mese di vita senza forzarlo e senza reintrodurlo nella bocca nel caso lo rifiuti; allattare il bambino al seno (Psaila et al., 2017;); eseguire dei controlli di cure prenatali regolari durante la gravidanza; vaccinazione secondo le raccomandazioni; posizionare in alcuni momenti della giornata il bambino in posizione prona mentre è sveglio e un adulto lo osserva per aiutare a prevenire lo sviluppo dell’appiattimento dell’occipite e per facilitare lo sviluppo della forza del cingolo scapolare superiore necessaria per il raggiungimento tempestivo di determinate tappe motorie (Syndrome, 2016).
Per proteggere i bambini dalla SIDS, oltre a questi accorgimenti è importante che anche gli operatori sanitari, i fornitori di assistenza e i media facciano la loro parte. Il personale sanitario e di assistenza deve approvare e modellare le raccomandazioni per la riduzione del rischio di SIDS sin dalla nascita; i media e i produttori dovrebbero seguire le linee guida del sonno sicuro nella loro messaggistica e pubblicità, continuando la campagna “Safe to Sleep”, e i pediatri così come altri fornitori di cure primarie dovrebbero partecipare attivamente a questa campagna, continuare la ricerca sui fattori di rischio, sulle cause e i meccanismi fisiopatologici della SIDS e di altre morti infantili legate al sonno, con l’obiettivo finale di eliminare del tutto queste morti (Syndrome, 2016).
BIBLIOGRAFIA
Adams, S. M., Ward, C. E., & Garcia, K. L. (2015a). Sudden infant death syndrome. American Family Physician, 91(11), 778–783.
Young, J., & Shipstone, R. (2018). Shared Sleeping Surfaces and Dangerous Sleeping Environments. In J. R. Duncan & R. W. Byard (A c. Di), SIDS Sudden Infant and Early Childhood Death: The Past, the Present and the Future. University of Adelaide Press.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK513372/Rohana, J., Ishak, S., & Nurulhuda, W. M. Z. W. (2018). Sudden infant death syndrome: Knowledge and practise in parents of preterm infants. Pediatrics International, 60(8), 710–713. https://doi.org/10.1111/ped.13605
Consulta la normativa di riferimento:
• Legge n.31 – 02 febbraio 2006 Disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e di morte inaspettata del feto
• Decreto ministeriale – 21 dicembre 2007 Criteri di individuazione dei Centri di riferimento per il riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e di morte inaspettata del feto
• Decreto 07 ottobre 2014 Protocolli diagnostici nei casi della morte improvvisa infantile e della morte inaspettata del feto
Fonte: Ministero della Salute