“è grazie a mio padre che so migliaia di piccole cose: sui frutti selvatici, sugli abitanti dell’aria e dell’acqua. Sono conoscenze che ho accumulato da quando alla sera, mi proponeva: -vieni a fare le coccole? – Era far pratica del mondo, dei giardini pubblici o privati delle ville, dei molteplici paesaggi… Pratica del mondo e allo stesso tempo felicità”. (Marie Rouanet)
La scoperta della paternità è uno dei momenti più importanti nella crescita di un uomo e il ruolo di padre è rilevante per un sano sviluppo della personalità dei figli. Rispetto alla grandezza della madre che accoglie e dà la vita, il sentimento paterno è più legato all’istinto di conservazione della specie, che risveglia nell’uomo senso di responsabilità e protezione. Durante il primo anno di vita, se il bambino ha potuto vivere pienamente il rapporto con la madre, gradualmente, senza grandi traumi, può distanziarsene e rivolgere la sua attenzione al padre. Ecco allora, che il figlio o la figlia mostrano di cercare di più il padre, vogliono giocare con lui e spesso essere addormentati nelle sue braccia. Quando il bambino comincia a muoversi per terra, ad arrampicarsi su una sedia o un divano, è mosso dalla naturale e sana spinta di conoscere tutto ciò che lo circonda, cose e persone: è un vero esploratore, ma di fronte a mille stimoli è anche diffidente e timoroso.
Chi cerca per essere aiutato? Il padre, che con uno sguardo rassicurante, o un gesto di incoraggiamento può accompagnarlo verso ciò che è nuovo e che lo incuriosisce: impara ad alzarsi o a saltare, perché dall’altra parte vede le braccia aperte del padre, pronto a prenderlo. Pian piano figlio o figlia imparano fin dai primissimi passi, insieme al padre, ad entrare in relazione con gli altri e con il mondo, perché è nel padre che essi possono percepire stabilità e sicurezza e fiducia che più tardi servirà ad alimentare la fiducia in se stessi e la propria autostima. Il padre che ha consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo è capace di collaborare con la madre e di completare l’opera da lei iniziata, diventando una guida per il figlio, e vivendo la propria responsabilità non solo come un impegno, spesso faticoso, ma con gioia. Spesso i padri non riescono ad essere una guida autorevole e amorevole per i loro figli. Così incontriamo padri ansiosi, padri autoritari e duri, o all’opposto padri – amici, padri assenti fisicamente e/o affettivamente, padri ipercritici verso i figli e la moglie, padri tutto poltrona e televisione. Se vi riconoscete in uno di questi tipi, non fatevene un cruccio, piuttosto coglietelo come uno stimolo per guardare ai vostri limiti o disagi e date al vostro comportamento un’altra direzione; se da soli è un’impresa difficile, non rinunciateci, ma con serenità consultatevi con un esperto per la vostra specifica situazione.
Per il ben-essere del bambino e del genitore:
papà:
non far mancare mai il tuo sorriso, le coccole e la voglia di giocare con i tuoi figli. Una piacevole e arricchente lettura è: “C’è ancora un padre in casa?” di Jacques Arenes, ed. Magi.
mamme:
date più spazio ai momenti d’incontro e di gioco con il padre, e mostrate al figlio che siete felici quando lui è con il padre.
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