A cura della dott.ssa Monica Massa – psicoterapeuta di Milano, Terapeuta Emdr corsi evolutivi e meditazione
La crescita esponenziale dei malati di Covid 19 ha spinto il governo italiano a assumere misure sempre più restrittive, per fronteggiare la propagazione del rischio del virus. Ormai la maggior parte degli adulti lavora in modalità smartworking, mentre i giovanissimi sono a casa da scuola bombardati dall’effetto mediatico e collegati alle lezioni con la scuola dalla rete.

Mai come prima d’ora, a causa della prolungata convivenza fra le pareti domestiche, si passa più tempo con i familiari. Come sfruttarlo al meglio?

Evitiamo di condividere l’ansia e trasmettiamo ai figli un senso di fiducia e di tranquillità, con la forza d’animo che ci appartiene. Il primo passo per dare sicurezza ai figli è valorizzare le piccole cose quotidiane.
La casa in questo frangente è diventata un luogo dove i ritmi ora sono caratterizzati dalla presenza, dalla condivisone, dall’unione. E cosa ritroviamo? Le nostre reazioni emotive, i ritmi da organizzare con i figli a casa, i compiti da seguire e un mondo di pensieri inevitabili. Un’occasione per ritrovare magari “una quotidianità perduta”.
C’è in particolare una possibilità unica: ricordarci chi siamo, della forza in noi, di trasmetterla anche ai figli e a chi ci circonda, anche a distanza, di essere noi stessi cambiamento storico, resilienza con amore, restituendoci la dimensione della vera collettività.
Cosa dire ai figli se sono spaventati? Se i figli sono piccoli si informano su che cosa accade, si spiega loro con semplicità, che cos’è un virus sottolineando anche la capacità del nostro fantastico sistema immunitario di reagire “positivamente” a difesa della nostra salute.
In generale, i figli chiedono sicurezza e se noi rimaniamo saldi nella fiducia e nella positività gliele trasmettiamo. Se hanno paura li si rincuora, se sono spaventati li si rassicura, se piangono li si consola. Con i figli più grandi si condividono le informazioni dando peso alle possibilità di apertura e non caricando ulteriormente con le proprie emozioni di paura e di preoccupazione: teniamoli liberi. Nel frattempo, farebbe bene scherzare con loro, distrarsi e alleggerire le giornate. Ricordandoci tutti che siamo in grado di attraversare questo tempo e di andare oltre, di fronteggiare le nuove prove di vita, un passo alla volta.

Ecco alcuni consigli pratici

Al mattino accogliere i figli con il sorriso e parole gentili. Organizzare la giornata suddividendo i compiti e le attività libere, decidendo le regole della convivenza. Le regole servono ad avere degli accordi rispettati e riconosciuti, a maggior ragione nei momenti in cui l’ansia e le preoccupazioni sono più forti. Se avete l’abitudine potete iniziare la giornata con una breve meditazione, anche ripetendo l’Om, la sillaba sacra, che vi aiuterà a proteggere la vostra mente dai pensieri pressanti. Durante il giorno usare toni pacati e affettuosi.
Se in famiglia ci sono anziani, coinvolgere per quanto possibile i giovani con attenzioni e cure, di amore e compassione verso di loro anche se sono lontani: si possono conttattare con una telefonata in più per non farli sentire soli.
I social: adulti e giovani è bene che evitino di chattare tutto il giorno considerando questo tempo come un tempo “ritrovato”. Evitare possibilmente di parlare troppo del virus.
A tavola: mantenere i pasti regolari, a tavola si consiglia vivamente di non tenere la televisione accesa, meglio ascoltare musica. Dopo pranzo si può fare qualche gioco collettivo, in famiglia. L’importante è ritrovarsi a stare insieme con serenità, cercando di collaborare anche sui compiti della casa, per il bene comune.
Commenti alle notizie che ci bombardano da tv e radio: è giusto seguire gli aggiornamenti ma contro l’eccesso l’antidoto è favorire anche qualche ora di silenzio al giorno, distraendosi con altre attività piacevoli, quali oltre al gioco, l’attività fisica, il riposo, la meditazione, lo yoga, o qualunque attività di svago piacevole, una lettura, cantare, dipingere e disegnare, fare giardinaggio.
Infine, ricordiamoci che l’emergenza ha un suo tempo, nulla dura per sempre.