“Incontro e confronto” sono state le parole chiave del XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (SIN), con lo scopo di mettere sempre di più “il neonato al centro del futuro”. Ma quali sono le sfide da affrontare nei prossimi anni?
Allarme Denatalità
Un riflettore è stato accesso sul problema della denatalità, una questione non solo economica, ma anche culturale, che secondo la SIN va affrontata innanzitutto sostenendo le famiglie prima e dopo la nascita. L’Italia infatti con 1,34 figli per donna in età fertile è fanalino di coda in Europa.
Servizio di Trasporto d’Emergenza Neonatale (STEN)
Durante il congresso sono stati anche presentati i dati della survey sul Servizio di Trasporto d’Emergenza Neonatale (STEN). Lo studio vuole fornire una mappa dell’attuale situazione, valutarne le criticità per identificare le priorità e programmare gli interventi da proporre al tavolo tecnico del Ministero della Salute. La ricerca ha dimostrato che attualmente risultano attivi 53 centri STEN che assicurano una copertura totale in quasi tutte le regioni, se si esclude la copertura parziale della Sardegna e l’assenza di STEN in Valle d’Aosta.
Latte materno, un alimento vivo e il migliore per il neonato
Il convegno è stato anche occasione per ribadire l’importanza dell’allattamento al seno. Il latte materno, igienicamente adeguato e alla giusta temperatura, si adatta ai bisogni delle varie fasi di crescita e dovrebbe essere l’alimento esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita, protraendosi in base alle esigenze e alla volontà di madre e bambino. I benefici sono innumerevoli anche per le madri, ma per quanto si tratti di un atto naturale, richiede una corretta informazione ed un ampio sostegno nella famiglia, nella comunità, nel sistema sanitario e nel contesto sociale e lavorativo. In caso di latte materno insufficiente o assente, soprattutto per i neonati ad alto rischio o prematuri, ruolo fondamentale svolgono le Banche del Latte Umano Donato. In Italia sono 38, in questo campo molto deve essere ancora fatto, nell’ottica di una riduzione dei costi e di un servizio che copra tutto il territorio, comprese le regioni che al momento ne sono sprovviste.
Neonati al sicuro in ospedale
Sull’assistenza ospedaliera durante e subito dopo il parto la SIN ribadisce che, per garantire le cure più adeguate, occorre definire dei protocolli che coniughino sicurezza e promozione della relazione neonato‐famiglia. Il contatto pelle a pelle ad esempio, nei primi giorni di vita ed in particolare nelle prime due ore dal parto, è una pratica i cui benefici sono stati ampiamente riconosciuti. Il fatto che proprio nelle prime due ore di vita si possa verificare un evento molto raro (circa 1 caso ogni 10.000 nati), noto come collasso neonatale, non deve rappresentare un alibi per inibire la pratica “pelle a pelle”. C’è piuttosto bisogno di protocolli specifici, che portino all’applicazione corretta, evitando per esempio le posizioni asfissianti nel contatto fra faccia del neonato e corpo della madre, escludendo a priori dall’esperienza casi problematici e monitorando il bambino. Anche i vantaggi del rooming in sono indiscutibili, ma non si devono tralasciare gli eventuali rischi. Il dormire nello stesso letto della madre ad esempio può portare all’acquisizione da parte del neonato di posizioni sbagliate. Inoltre è necessario che il bambino venga tenuto nella culla quando non succhia al seno o interagisce con i genitori, per evitare rischi di caduta dal letto e che venga monitorato in caso di calo di peso eccessivo. In ogni caso, durante la degenza in Maternità, le condizioni del neonato vanno verificate dal personale infermieristico almeno 3/4 volte al giorno, per identificare precocemente situazioni di rischio o di patologia vera e propria. Il numero minimo di visite mediche su un neonato fisiologico durante il ricovero è invece di 3: una in Sala Parto, o comunque entro le prime ore di vita, una entro le 24 ore e la terza al momento della dimissione.