Fino a non tantissimi anni fa, il papà era colui che portava i soldi a casa e mandava avanti economicamente la famiglia, mentre la donna era colei che accudiva i bambini, quindi che si occupava della famiglia, specialmente della prole.

Al giorno d’oggi le cose stanno cambiando, siamo nel mezzo di un’evoluzione socioculturale in cui si sta delineando una nuova immagine del padre, l’uomo ora sta cercando di riprendersi le sue responsabilità da genitore e vuole esserci per la famiglia.

È fondamentale la presenza del papà durante tutto il percorso di nascita e crescita del bambino in quanto quest’ultimo dà vita alla triade familiare, con lui infatti nascono anche una madre e un padre.

Anche i papà possono soffrire di stress in gravidanza e depressione post-partum

È evidente che in gravidanza la donna sia protagonista di grandi cambiamenti, sia fisici che psicologici, ma secondo studi recenti, che hanno come oggetto di studio la nuova figura paterna, anche gli uomini subiscono delle modificazioni umorali durante il periodo della gravidanza della partner. Questo, come per la donna, è un processo fisiologico, che prevede la possibilità di un’evoluzione patologica tale da poter parlare di depressione post partum paterna, che colpisce quasi il 10% degli uomini (nelle donne la depressione post partum si aggira tra il 10-15%).

L’importanza della partecipazione dei papà

Per l’uomo è fondamentale partecipare a tutti gli step del processo, dal test di gravidanza, alle visite trimestrali, così come per il corso preparto. Questi appuntamenti aiutano la coppia a realizzare cosa sta cambiando e cosa succederà nei prossimi mesi, aumentano la conoscenza di sé stessi e l’affiatamento tra i due partner. Partecipare ad un corso preparto insieme ad esempio, rende più consapevole la coppia di quello che succederà durante il travaglio, durante il parto e il post partum, così da poter affrontare il tutto con meno paure e più serenità possibile.
In Italia però non è sempre possibile per gli uomini partecipare alle visite e agli incontri, poiché non sono previsti congedi appositi dal lavoro. Inoltre soltanto dal 20 dicembre 2020 il congedo di paternità in Italia è stato esteso a 10 giorni contro i 7 giorni di prima. All’estero la situazione è differente, ai neo papà in Spagna sono concesse 16 settimane, in Francia 28 giorni, in Norvegia 46 settimane al 100% dello stipendio o 56 settimane al 80% dello stipendio.

Il parto è un momento molto delicato che la donna è chiamata a vivere al termine della gravidanza e l’uomo potrebbe contribuire a rendere questa fase meno dolorosa e traumatica in quanto è ritenuto capace di trasmettere tranquillità, vicinanza e sostegno alla donna. Questa fase, quindi può rivelarsi un momento di condivisione profonda per i genitori. Sono moltissime le testimonianze delle neo-partorienti che riferiscono esperienze decisamente positive di parti con a fianco il proprio partner che riesce a rendere questa fatica molto più sostenibile psicologicamente e fisicamente.
La percentuale dei papà che assistono al parto supera il 92% e questo è davvero un dato molto confortante, si inizia finalmente a capire l’importanza di questa figura durante la nascita del bambino. Può comunque succedere che il partner non voglia partecipare al parto per svariate ragioni (fobie degli aghi, paura del momento, ecc.), ma questo non toglie valore al papà, essere un buon partner e un buon padre significa esserci in tutti gli altri momenti, a proprio modo. Dopo il parto la figura del papà ha un’importanza fondamentale e insostituibile nella vita in famiglia e soprattutto nello sviluppo psicofisico ed emotivo del bambino. È stato visto, secondo molti studi, che la presenza maggiore del padre aiuta ad avere una migliore consapevolezza di sé stessi, questo si riflette poi sulle dinamiche familiari, si percepirà stabilità e sicurezza in casa.

La nascita di un bambino ovviamente coinvolgerà emotivamente anche la donna che ora è mamma, ma non è più da considerare l’unica protagonista di questo evento, dobbiamo ricordarci che anche l’uomo va compreso e aiutato nei momenti di sconforto, di stanchezza o di paura. Entra in gioco quindi la reciprocità tra i due partner, che sarà un punto di forza per la crescita del bambino.

È sì compito dei padri prendere parte attivamente a questa avventura e informarsi su ciò che concerne la gravidanza, il parto e il post partum, ma è anche dovere dei professionisti perinatali far sì che la figura dell’uomo possa avvicinarsi senza ostacoli a questi eventi, così da creare informazione e aiutare la società a rispondere ai bisogni di questi nuovi tempi. La figura del padre non è più quella di un eroe dai poteri surreali e dall’aspetto perfetto che incuriosiva i bambini ma li spaventava allo stesso tempo.

Come mai prima d’oggi è la condivisione dell’affettività, della vita quotidiana e dell’avventura sociale a renderci padri.