Ragionamenti e consigli per non dimenticare il buon senso

Feste, compleanni e serate in pizzeria con amici occupano almeno due giorni la settimana di molti dei nostri bambini e ragazzini…e guai a chi si oppone al sistema! Iniziamo a parlare delle feste..
Specifico però che non sono contraria, se non diventano una routine settimanale. Il tutto dovrebbe svolgersi con buon senso, ma i fatti raccontano altro.
Le ultime tendenze, infatti, sono di portare almeno due volte la settimana i figli tra i tre e i nove anni a feste e a cene in locali con parchi di divertimento.
All’età di dieci magari si cambia e si passa il pomeriggio in discoteca e (chissà) a quindici, dal momento che si è provato già tutto in modo anticipato, si svolgono attività assurde e letali come il balconing!
Andiamo per ordine
Dai tre anni si organizzano “deliziose” feste di compleanno. Si stilano liste regalo per evitare che più persone offrano lo stesso gioco o capo di abbigliamento al festeggiato/a, si contattano intrattenitori (come maghi) affinché i bimbi si divertano e si offrono persino bomboniere tali per cui chi ha compiuto gli anni fa anche lui un regalo ad ogni partecipante alla festa.
Ma questo non è sufficiente a calmare sensi di colpa di genitori che, forse troppo impegnati in attività professionali, hanno paura che il proprio figlio sia isolato o non ben integrato nel gruppo dei pari.
Ecco allora che ogni occasione è buona: organizzare cene in pizzeria, incontri in parchi di divertimento o “pigiama party” già in tenera età diventa una consuetudine, un’abitudine a cui non si può rinunciare. Insomma (così si sente spesso) questi bambini “devono giocare”!
Non possono rilassarsi con i genitori, perché già a 5/6 anni si annoiano e sono stressati!
E poi? Poi, se per caso durante una festa, bisticciano, i genitori intervengono anche quando non è necessario, finendo loro stessi col litigare.
Vorrei precisare, però, che il litigio tra bambini durante la fase di gioco è un processo normale, legato alla crescita e alla maturazione del fanciullo che, egocentrico, entra in competizione/conflitto con i suoi pari. Conflitti che nella maggior parte dei casi, si auto risolvono.
Perciò in questi casi il compito dell’adulto non è quello di intervenire, ma di osservare le dinamiche relazionali del gruppo, controllando che nessuno si faccia male. Come educatrice professionale, quindi, permettetemi di dissentire da quei comportamenti immaturi e iperprotettivi dei genitori, quali: intromissione nelle relazioni tra pari, trasformazione di problemi di facile risoluzione in problematiche gigantesche, non rispetto della dimensione e dell’età del bambino, bruciando così le tappe, tanto che i più piccoli spesso si atteggiano come adulti in miniatura.
Con questo non intendo dire che le feste in generale, o i pigiama party o i compleanni debbano essere aboliti, devono però essere ridimensionati e proporzionati all’età del bambino.
Meglio feste senza liste regalo e senza bomboniere, meglio una torta della mamma o della nonna anziché quelle ipercaloriche di pasticceria, meglio pochi amici, quelli più stretti, che tanti bambini che nemmeno interagiscono, meglio evitare intrattenitori, in quanto molti bambini non sono più in grado di giocare da soli.
Ricordiamoci, infatti, che giocare e divertirsi tra pari senza figure adulte è importante per lo sviluppo della creatività e della capacità di prendere decisioni e di risolvere problemi (“decision making” e “problem solving”).
Capacità che devono poi essere ben presenti negli adulti responsabili… Concludendo feste sì, ma con moderazione perché i bambini sono bambini e non persone adulte!