AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri) spiega cosa accade quando un corpo estraneo viene accidentalmente ingerito, quali sono i rischi possibili e come intervenire. Solo in Italia i dati parlano di mille ricoveri ogni anno per queste cause, specie nei bambini sotto i sei anni con recenti casi di cronaca dagli esiti drammatici, mentre le classifiche Usa danno il fenomeno in crescita addirittura di oltre il 91%.

L’ingestione accidentale o volontaria di corpi estranei da parte dei bambini è una delle maggiori preoccupazioni per i genitori, visto che può accadere in ogni momento della giornata, durante i pasti, il gioco, o nei momenti di “esplorazione” del mondo circostante da parte dei più piccoli.

Un rischio che non trova esenti anche agli adulti e che riporta casistiche davvero importanti. Nella maggior parte dei casi, l’episodio si risolve da sé con la spontanea espulsione dell’oggetto ingerito, ma in alcuni casi è indispensabile un intervento medico o, nella peggiore delle ipotesi, il corpo estraneo a seconda delle caratteristiche può arrecare serie conseguenze, a volte anche fatali.

“Pile, bottoni, monete e magneti sono le più frequenti minacce per i più piccoli – conferma Elisa Stasi, Gastroenterologa ed endoscopista presso l’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, e membro AIGO – Spesso si tratta di episodi evitabili con una costante attenzione da parte dei genitori, togliendo dalla portata dei bambini questi oggetti. Il picco di incidenza è solitamente intorno ai 2 anni di vita, sia per le caratteristiche comportamentali di questa età, sia per l’anatomia del bambino”.

Al genitore, quindi, resta il compito di intercettare tempestivamente l’episodio di ingestione e di capire, almeno a livello sommario, di che natura sia l’oggetto ingerito. Gli oggetti più comunemente ingeriti sono le monete (circa il 60% dei casi), i giocattoli di piccole dimensioni (circa 10%), i gioielli (7%) e le batterie (7%).

“Circa il 90 per cento degli oggetti smussi di piccole dimensioni – prosegue Stasi – attraversano spontaneamente l’apparato digerente senza determinare complicanze. Il problema si pone se il corpo estraneo ingerito, per discrepanza fra le dimensioni dello stesso e l’anatomia del bambino (che varia con l’età), non riesce a superare le porzioni anatomicamente più piccole del tratto gastrointestinale come l’esofago, il piloro, che è il punto di passaggio fra lo stomaco ed il piccolo intestino, o la valvola ileo-cecale, che è il punto di congiunzione fra il piccolo ed il grosso intestino, rimanendo incastrato in queste sedi”.

Oltre alla forma dell’oggetto, che può arrecare traumi e lacerazioni alle pareti dell’apparato digerente, c’è poi da considerare anche la natura dello stesso e la composizione chimica, per il rischio di rilascio di sostanze tossiche.

“I corpi estranei senz’altro più pericolosi sono le batterie a disco, comunemente utilizzate per gli orologi, i dispositivi elettronici ed i piccoli elettrodomestici, che possono portare a complicanze molto serie o addirittura letali con il decesso”.

Come accorgersi dell’ingestione di un corpo estraneo e cosa fare?

“A seconda del livello dell’ostruzione, il bambino può avere sintomi diversi. Ad esempio, in caso di ostruzione esofagea possono insorgere dei rigurgiti di muco o ipersalivazione o incapacità totale da parte del bambino di mangiare o di bere. In caso di ostruzione più a valle, ad esempio a livello della valvola ileocecale, il paziente può manifestare sintomi occlusivi, ovvero dolore addominale e impossibilità di evacuare o emettere aria. In tali casi è necessario accedere al pronto soccorso. Un genitore che abbia assistito all’ingestione (ingestione testimoniata) di una moneta, una batteria o un oggetto di diametro superiore a 2 cm o lunghezza superiore a 5 cm, dovrebbe portare al più presto il bambino presso il pronto soccorso. Cercare di indurre il vomito non è una buona strategia poiché l’oggetto, che magari ha superato spontaneamente uno dei punti anatomici “critici” può tornare su e restare bloccato in una sede più prossimale come l’esofago, con aumento del rischio di complicanze”.

In pronto soccorso il bambino viene valutato dal medico urgentista che, in relazione alle caratteristiche dell’oggetto, all’età del bambino, alla presenza o meno di sintomi e, spesso, a delle radiografie in duplice proiezione, valuta la necessità o meno di allertare il medico endoscopista per la rimozione dello stesso piuttosto che un approccio conservativo, secondo le linee guida nazionali stilate dall’AIGO in collaborazione con la Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP).

Se questi oggetti restano nell’intestino per lungo tempo però, evenienza rara ma possibile, serve un intervento mirato.

“Generalmente tale evenienza è difficile poichè nei casi in cui si opti per un approccio conservativo ove non vi sia il passaggio dell’oggetto entro le 4 settimane e sia in una sede raggiungibile endoscopicamente, si procede alla rimozione endoscopica. Nei casi in cui non sia possibile, in caso di corpi smussi spesso non ci sono particolari conseguenze e possono impiegare anche un tempo maggiore per essere eliminati. Qualora questo non avvenga a seconda delle caratteristiche dell’oggetto si opta per un intervento chirurgico elettivo, come nel caso di oggetti potenzialmente lesivi (taglienti oppure magneti o batterie) che possono determinare complicanze anche tardive che necessitano poi di un intervento chirurgico in urgenza, gravato da maggiori rischi e complicanze”.

Prevenire tali episodi è sicuramente la strada migliore, ma ovviamente spesso è difficile, per la nota curiosità dei bambini di conoscere il mondo esterno proprio tramite la bocca.

“La migliore strategia – riferisce ancora la gastroenterologa dell’AIGO – è cercare di evitare che i bambini vengano a contatto con oggetti che di fatto non dovrebbero ingerire conservandoli in luoghi a loro inaccessibili, poi osservandoli attentamente durante il gioco, e prestando attenzione alle certificazioni dei giocattoli (es marchio CE) ed alle indicazioni specifiche per età. Piccole attenzioni che possono veramente fare la differenza e prevenire complicanze serie o devastanti”.

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