“I Genitori sono i migliori insegnanti dei propri figli”. Non smetterò mai di ripeterlo, soprattutto ai genitori in difficoltà, a coloro che non sanno quale sia la scelta giusta, la “terapia migliore”, il “metodo” da adottare, a tutte le mamme e i papà che si sentono spaventati e inadeguati e non sanno a chi affidarsi.
Chi meglio di un genitore conosce il proprio figlio?
I genitori hanno tutte le risorse per essere degli ottimi insegnanti, dei modelli da imitare, dei punti di riferimento in grado di guidare i propri figli lungo un cammino fatto di stimoli e divertimento.
I bambini e i ragazzi nello spettro autistico hanno un differente modo di apprendere, diverso per ognuno di loro, ma tutti – nessuno escluso – hanno voglia di imparare e scoprire il mondo.
Tutti hanno sete di sapere!
Sta a noi professionisti e ai genitori trovare la modalità giusta per i nostri bambini, che li stimoli e catturi la loro attenzione.
Quando sento dire che il bambino “non risponde” alla terapia non sono mai d’accordo, non è mai “colpa” del bambino, ma è lo specialista che non ha ancora trovato la modalità di apprendimento adatta per quel singolo bambino.
Non esiste la bacchetta magica, ma esistono degli “ingredienti” che consentono di arrivare alla meta.
Quali sono questi ingredienti?
L’amore, la voglia di mettersi in gioco ed il divertimento. E chi, meglio di un genitore, possiede tutti questi elementi?
Lavorare con un bambino nello spettro autistico richiede amore incondizionato, capacità di sfidarsi, umiltà e ingegnosità.
Chi lavora con l’autismo sa che ci sono dei giorni belli e dei giorni meno belli, periodi in cui tutto va bene e periodi complicati e sa bene che gli “sbagli” non sono mai dei fallimenti, ma degli stimoli per cambiare modalità senza arrendersi.
Come insegnare una nuova abilità?
Percorriamo insieme i sette passi verso la nuova abilità:
1) La motivazione
La motivazione è tutto. Per stimolare la motivazione del nostro bambino è opportuno partire da cosa gli piace, dai suoi giochi preferiti, dalle cose da cui è attratto.
2) Gli step
Procediamo, poi, a suddividere l’insegnamento della nuova abilità in più step, semplici e chiari.
Non stiamo correndo i 100 metri, ma vogliamo correre una maratona e arrivare al traguardo col nostro passo.
3) L’apprendimento
Per rendere efficace l’insegnamento dobbiamo, inoltre, avere ben presente quale – o quali – modalità di apprendimento (visiva, uditiva, cinestesica) predilige il nostro bambino e adeguare ogni step ad essa.
4) Il divertimento è una cosa seria
Rendiamo ogni step del processo di apprendimento divertente, usando la fantasia e ideando modi creativi e stimolanti.
Come riuscirci?
Si inizia a lavorare partendo da cosa piace al nostro bambino, da cosa sa fare bene, da cosa lo diverte, da cosa lo stimola, da cosa cattura la sua attenzione.
Il bimbo deve associare la nostra presenza a qualcosa di divertente, che stimoli la sua curiosità.
5) Gli stimoli
Introduciamo, piano piano, uno stimolo diverso nella sua routine di gioco, senza forzare, sempre rispettando i suoi tempi e, soprattutto, sempre col divertimento. Questo stimolo è il primo step dell’abilità che vogliamo insegnare e che abbiamo precedentemente suddiviso in tanti piccoli passi.
6) Da stimolo a stimolo
Una volta che il bimbo ha appreso questo primo step, sempre senza forzare, passiamo allo step successivo, non dimenticando mai di ritornare su ciò che ha appena appreso, ripercorrendo ogni volta tutti gli step dell’abilità che vogliamo trasferire.
Si continua così fino ad esaurire tutti gli step.
7) Nella vita “vera”
Quando il bimbo ha fatto suoi tutti gli step, apprendendo l’abilità attraverso il gioco, si trasferisce quell’abilità in ogni ambito della vita quotidiana, per dargli modo di “assimilare” quell’insegnamento a 360 gradi.
Questo passaggio è fondamentale perché il nostro insegnamento possa essere messo in pratica in modo spontaneo ogni volta che si presenta l’occasione.
Trovo poco funzionale insistere con un apprendimento solo a tavolino, perché si rischia di produrre sfinimento da ambo le parti e si annulla il piacere di apprendere.
In sintesi:
– partiamo dal gioco e dai punti di forza del bimbo;
– manteniamo sempre alta la sua motivazione;
– rendiamo divertente ogni attività;
– diversifichiamo, ovvero estendiamo l’apprendimento in ogni ambito.
“Non esistono bambini che non sono in grado di apprendere, esistono modi differenti di insegnare adeguati al singolo bambino”.