Il fabbisogno di ferro raccomandato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana è di 30 mg di ferro alimentare al giorno per le donne in gravidanza e di 15 mg per le donne in allattamento.
Se la dieta è ricca ed equilibrata è l’organismo stesso ad aumentare progressivamente l’assorbimento del ferro alimentare di 5 volte al 6° mese e 9 volte al 9° mese.
Carne rossa, fegato di vitello e uova sono in assoluto le maggiori fonti di ferro organico. Lenticchie, fagioli neri, spinaci, alghe e ortiche sono invece ricche di ferro non organico (ferro non-eme) che purtroppo viene assorbito meno e deve essere trasformato nella forma eme dal nostro organismo. L’assorbimento del ferro non-eme aumenta se lo associamo ad alimenti ricchi di vitamina C.
Per questo motivo ed in particolare in gravidanza, si raccomanda di condire l’insalata e la verdura fresca con succo di limone e di aggiungere succo d’arancia o di limone all’acqua consumata durante il pasto.
Altro accorgimento utile è evitare di bere tè o caffè prima di un’ora dopo il pasto: teina e caffeina contrastano l’assorbimento del ferro alimentare.
Se però la dieta non è sufficiente e i valori nel sangue scendono è necessario assumere integratori a base di ferro. Di solito sono efficaci ma poco tollerati in quanto tendono ad aumentare l’acidità gastrica e la stipsi, problematiche che già di loro affliggono le donne in gravidanza.
Ma perché il ferro è così utile all’organismo? La risposta che tutti conoscono è che la carenza di ferro provoca anemia nelle persone sane, cioè persone che non hanno per loro fortuna anemie genetiche come ad esempio l’anemia mediterranea, una malattia ereditaria molto frequente in Italia per la quale l’assunzione di ferro risulta addirittura nociva per l’organismo.
Le donne portatrici di questa anemia, in gravidanza devono assumere solo acido folico.
L’anemia da carenza di ferro si verifica tutte le volte in cui aumenta il fabbisogno e in gravidanza ed allattamento è la regola in circa il 40% dei casi. Il ferro serve per la sintesi dell’emoglobina, una proteina che si trova nei globuli rossi il cui compito principale è trasportare l’ossigeno a tutti gli organi e tessuti del nostro corpo oltre che al feto durante la gravidanza. La presenza dell’ossigeno è fondamentale per la respirazione e la sopravvivenza di tutte le cellule.. Spesso dieta ricca di ferro e integratori non migliorano lo stato anemico della gestante. Il ferro oltre che essere ingerito deve anche essere assorbito per entrare nel sangue materno. E qui entra in gioco la lattoferrina, una proteina che ha una grande affinità per il ferro come una vera e propria calamita.
La lattoferrina attrae a sè il ferro alimentare e lo trasporta al sangue fino ai tessuti. L’affinità per il ferro è talmente forte che lo sottrae ai microbi che si nutrono di ferro svolgendo anche un effetto antibatterico, antimicotico ed antivirale e per queste proprietà viene anche impiegata per prevenire e contrastare il parto pretermine. Le infezioni anche opportuniste della vagina contribuiscono a far raccorciare prematuramente il collo dell’utero.
Alcuni studi hanno dimostrato che 100 mg di lattoferrina, presi per via orale due volte al giorno, dopo un mese correggono efficacemente l’anemia gravidica. Non ha effetti collaterali e non va usata solo in caso di intolleranza al latte e derivati. Anche se non è dispensata dal SSN gli integratori a base di lattoferrina hanno un costo più che accettabile a fronte dell’elevato risultato.