La professione dell’ostetrica è considerata una delle più antiche al mondo e nasce come sapere femminile trasmesso e arricchito da una generazione all’altra. Un tempo questa figura aveva una formazione basata sull’esperienza che si tramandava ed era un punto di riferimento nella società, in quanto si occupava di donne e bambini soprattutto durante la gravidanza, il puerperio e l’allattamento. La donna si affidava e confidava all’ostetrica di famiglia durante tutto il suo ciclo di vita.
Il termine
Nel passato era definita levatrice, dal latino levare, ovvero “alleviare, alleggerire”, vista come colei che alleviava il dolore della donna durante il travaglio anche solo con la sua presenza, fiducia e sicurezza trasmessa. Oppure mammana, un significato già comprensibile, “mamma”, colei che protegge, custodisce, accoglie, ama ed è onnipresente, colei dalla quale si riceve fiducia, colei che rimane sempre al fianco della donna durante tutto il ciclo di vita. Oggi in Inghilterra il termine utilizzato è midwife, colei che “sta con la donna”. In Francia sage-femme, ossia “donna saggia”, colei che lavora con coscienza, ma che alla base ha scienza ed esperienza, ha effettuato  un percorso professionale. Per noi italiani è l’ostetrica, dal latino  obstare, ovvero “stare davanti”, in logica del fatto che accoglie un nuova vita. A me piace definirla, piuttosto, come “colei che sta di fronte”, occhi negli occhi, con un sorriso o semplicemente in ascolto, ma  anche accanto, vicino, sostenendo con rispetto e senza giudizio. Vicino e accanto alla donna.
Il percorso formativo
Le attività riconosciute all’ostetrica sono quelle acquisite nel percorso formativo teorico e pratico (laurea in Ostetricia) regolamentato dal profilo professionale (DM740/94) e dal codice deontologico. Con l’entrata in vigore della legge n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” l’ostetrica ha perso la denominazione di professione sanitaria ausiliaria per divenire professione sanitaria.
In questa Legge si riconoscono i tre diritti fondamentali di una professione intellettuale:
1. l’autonomia decisionale;
2. l’indipendenza culturale e operativa;
3. la responsabilità professionale.
L’abilitazione, ottenuta dal superamento dell’Esame di Stato, legittima l’ostetrica/o a esercitare la propria professione in ambito ostetrico, ginecologico e neonatale.

Ecco di cosa si occupa questo professionista:

– assistenza alla gravidanza fisiologica, con richiesta d’intervento da parte del ginecologo qualora subentrasse un rischio ostetrico (quando  la gravidanza non presenta complicazioni, per legge, può essere seguita dall’ostetrica);
– assistenza al travaglio e al parto in ospedale/clinica e a domicilio;
– educazione alla salute e prevenzione;
– conduzione di corsi di accompagnamento  alla nascita teorico-pratico a secco e in acqua e post nascita;
– sostegno e accompagnamento per la donna e la coppia nel processo genitoriale;
– accompagnamento in ospedale per il parto dopo il travaglio a domicilio. Assistenza al puerperio in ospedale/clinica e al rientro a casa;
– sostegno all’allattamento/svezzamento;
– collaborazione con équipe medica in caso di patologia.
Rivolgersi all’ostetrica in un momento così delicato della propria vita, che è il divenire donna e madre, è una scelta dettata da una forte voglia di essere comprese da chi capisca con coscienza vissuta e risponda ai dubbi con scienza e saggezza.