Paure e pregiudizi dei genitori degli adolescenti
Quando i figli entrano nella pubertà, nei genitori compaiono alcune preoccupazioni che solo in parte hanno a che fare con la realtà e molto invece con i pregiudizi su questa terribile età.
Con i cambiamenti biologici della pubertà l’attenzione dei ragazzi si rivolge verso di sé ed i coetanei che consentono di “lavorare” sulla propria identità e sulle relazioni sociali. Però i genitori restano comunque un fattore di protezione importante che attenua le reazioni dei ragazzi allo stress.
Da un punto di vista evolutivo ci sono molte sfide da affrontare per i ragazzi: prendere consapevolezza dei propri cambiamenti corporei, sviluppare una sessualità matura, assumersi le proprie responsabilità, esaminare i propri valori. Questi ragazzi hanno trascorso i primi 12-13 anni della loro vita imparando ed affidandosi ai valori familiari ed ora devono “provare” questi valori per incorporarli nella loro vita o cercarne di alternativi.
Questo processo può svilupparsi serenamente, ma i figli hanno bisogno di quello che si chiama uno sparring partner
(negli sport da combattimento lo sparring partner è una persona con cui sostenere l’allenamento combattendo insieme senza farsi male; lo sparring per antonomasia è quello pugilistico).
Lo psicologo Jesper Juul, recentemente scomparso, chiedeva ai genitori di fare un esercizio ovvero quello di osservare il proprio figlio per qualche minuto cercando di capire su cosa si focalizzava la propria attenzione.
Dopo chiedeva ai genitori: “Vi concentrate sugli aspetti positivi o su ciò che manca o non è a posto?”.
Ai genitori di adolescenti si richiede soprattutto la capacità di rispettare l’alterità dei figli e di confrontarsi con loro; importante è che non primeggi il divieto ma la definizione ed il rispetto delle regole di comportamento e rapporto che consentono di percepire il limite esperienziale e morale.
L’adolescente non attribuisce più ai genitori e agli adulti, una superiorità psicologica preminente rispetto alla propria.
Può soddisfare più facilmente da sé i propri bisogni e di fronte al potere dell’adulto reagisce quindi con un comportamento ribelle e ostile. Un adolescente, dunque, non si ribella contro mamma e papà, ma contro il loro potere. Se i genitori ricorressero meno al potere e più a metodi non autoritari a livello educativo gli adolescenti avrebbero ben poco contro cui ribellarsi.
I figli hanno bisogno di assumersi più responsabilità e sono molto importanti le esperienze di gruppo (camping, club,ecc).
A casa si può sicuramente pretendere che il figlio si assuma la responsabilità delle sue cose personali come abbigliamento, scuola/lavoro, pulizia dei propri spazi. In questo modo il figlio imparerà ad assumersi la responsabilità di sé stesso ed imparerà che amore significa non solo prendere, ma dare.
L’adolescenza insomma, ben lungi dall’essere una “malattia”, come vorrebbero far credere coloro che ne enfatizzano gli aspetti critici, costituisce un importante momento di cambiamento e di evoluzione praticamente su tutti i fronti.
È un serbatoio ricco di potenzialità che si esprimono proprio nelle relazioni più significative. In tal senso è opportuno riconoscere queste energie, confrontarsi con gli adolescenti e valorizzare le potenzialità di cui sono promotori.