Le fiabe sono come dei tesori di cui ognuno si può idealmente impossessare per arricchire la propria personalità. Sono un mondo dove la forza dell’immaginazione genera mille possibilità”.

Quante volte, da bambini, abbiamo ascoltato incantevoli fiabe dalle voci delle mamme o delle nonne e quante volte le abbiamo raccontate a nostra volta da adulti. Quale “dono d’amore” in un gesto così quotidiano!
Infatti la fiaba, lungi dall’essere una semplice lettura della sera, è una miniera di potenzialità che contribuiscono a preparare il bambino all’impatto con la vita. Le fiabe ne arricchiscono la vita, rappresentandogli in forma fantastica e interessante la propria esperienza di crescita.
Il presupposto fondamentale è quello che il bambino, attribuendo qualità magiche alle parole, ne risulti a tal punto catturato ed incantato, da essere spinto a cercare nella lettura risposte ai propri problemi e gratificazioni ai propri bisogni di conoscenza.
La mente del bambino è ricca di elementi reali ma, ancor più, di elementi fantastici attraverso i quali cerca di compensare le lacune della propria conoscenza, dovute alla sua immaturità e disinformazione; alla luce di ciò egli parte dalla realtà, effettua delle escursioni nelle sue fantasie e ritorna nuovamente alla realtà rinforzato da queste.
Analogamente, le fiabe cominciano spesso con una situazione reale e problematica, stimolando il bambino a cercare delle soluzioni, lo conducono verso eventi fantastici per poi riportarlo alla realtà, insegnandogli che il lasciarsi trasportare dalla fantasia non è dannoso purché non se ne resti prigioniero. Dunque ogni fiaba inizia nel punto in cui il bambino si trova in quel momento emotivamente e cognitivamente, ne indirizza in modo implicito e simbolico i pensieri senza dirgli come dovrebbe essere o cosa dovrebbe fare, piuttosto suggerendogli dove andare, permettendogli così di trarre le proprie conclusioni; ed è per questo che egli potrà appassionarsi di volta in volta a fiabe diverse o tornare alla stessa, quando sarà pronto a cercare e coglierne nuovi significati, sostituendoli ai vecchi. Vengono toccati contemporaneamente tutti gli aspetti della sua personalità, senza mai sminuire le difficoltà che lo affliggono e nel contempo viene promossa la fiducia in sé stesso e nel futuro.
Utilizzando un linguaggio universale, le fiabe mettono dunque in contatto con un mondo nuovo, fantastico, abituando a credere che in ogni momento si possa trovare la soluzione ai propri problemi; rappresentano un vademecum per il bambino poiché, ricostruendo una galleria di tipi e difetti umani ed insegnando a conoscere gli altri, permettono di scoprire anche proprie debolezze e di affrontarle. Danno inoltre la possibilità di dedicare, nel momento del racconto, “un tempo” a qualcuno importante (bambino) da parte di qualcuno importante (genitore, nonno, ecc); danno al bimbo un modo di pensare congruente con la rappresentazione che egli ha di sé stesso, aiutandolo inoltre ad attivare quelle funzioni mentali non ancora mature. Esse toccano aspetti primitivi della mente del bambino, permettendogli di avvicinare contenuti interni che altrimenti sarebbe in grado di avvertire solo confusamente; riconducono alle sue passioni fondamentali e gli consentono di dar voce a proprie paure mute. Possono pertanto avere, a seconda dei contesti e degli usi, varie funzioni: consolatoria, esortativa, etico-morale, di recupero e di arricchimento, ancora una funzione relazionale ed emotiva, terapeutica ed infine didattico-informativa poiché attraverso esse si può trasmettere qualsiasi messaggio.
Le fiabe, infine, non servono solo ai più piccoli ma anche per risvegliare il bambino che è in ognuno di noi, gettando un ponte tra l’infanzia e l’età adulta.

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