Il tema della morte è un tema difficile da affrontare, e doverlo spiegare ai più piccoli carica di ansia e paure anche noi (forse più noi che loro).

Le domande dei bambini non tardano ad arrivare. Questo è purtroppo un argomento con cui si confrontano presto in vari modi: ne sentono parlare in tv, muore un animale domestico, una pianta, una persona cara.

Partiamo dal presupposto che la visione che hanno i bambini sulla morte cambia in base al loro pensiero e alla loro età.
Fino a tre anni i bambini non conoscono il concetto della morte ma vivono il clima che respirano con confusione, per cui sarà necessario abbracciarli e coccolarli al fine di fargli sperimentare rassicurazione e maggiore serenità.
Dai tre ai sei anni il pensiero concreto inizia a permettere di ricevere una spiegazione semplice del concetto.
Dai sette/otto anni in su l’elaborazione diventa sempre più consapevole, si consolida sempre più l’idea del “non ritorno”, e i bambini sentono la necessità di partecipare ai riti per aggiungere tasselli mancanti.

Quindi che fare?

La cosa più giusta è essere sinceri ed utilizzare come strumento il racconto, le metafore, le immagini con cui il bambino ha più familiarità. Mai nascondere al bambino la situazione, sdrammatizzarla o dire che “non sono cose da bambini”, perché può elaborare a modo suo, costruendo una propria realtà intorno alla nostra risposta, ai pochi elementi che ha, e alla reazione degli adulti, fino a darsi anche delle responsabilità per la morte della persona cara.
Un’altra cosa importante è condividere il proprio dolore con il bambino, ricordare insieme la persona che non c’è più, altrimenti imparerà dall’adulto che la tristezza va trattenuta, piangere non va bene, e che è meglio non parlarne ed imparare a gestirsi da solo.
Osserviamo le reazioni dei bambini, che non tarderanno ad arrivare, che sia sotto forma di tristezza, di rabbia, disubbidienza: è un modo per comunicarci ciò che anche loro stanno vivendo.
Aumentiamo la nostra vicinanza e spieghiamo loro che anche se la morte è una situazione irrevocabile, possiamo continuare coltivare anche speranza e fiducia per il futuro.