Fondazione Don Gnocchi mette a disposizione dei propri pazienti servizi di riabilitazione basati sul supporto di innovativi dispositivi tecnologici: all’ambulatorio di Ancona-Torrette il “Care Lab” per la riabilitazione dei bambini con l’utilizzo della realtà virtuale.
Fondazione Don Gnocchi amplia l’offerta di servizi di riabilitazione presso i suoi centri nelle Marche attraverso strumentazioni innovative e altamente tecnologiche. In particolare nell’ambulatorio “Don Gnocchi” di Ancona-Torrette è stato introdotto il “Care Lab”, un innovativo laboratorio – primo e unico sul territorio, dopo quello di Milano attivo dal 2017 – che utilizza la realtà virtuale in forma di gioco interattivo per la riabilitazione dei bambini.
Le novità, già utilizzate e sperimentate in altre strutture della Fondazione Don Gnocchi in Italia, sono il frutto della generosa donazione di una benefattrice che ha voluto restare anonima.
Il “Care Lab” (Computer Assisted Rehabilitation) è un laboratorio che utilizza la realtà virtuale semi-immersiva in forma di gioco interattivo per la riabilitazione pediatrica, rivolto a minori con deficit neuromotori, cognitivi e neuropsicologici, tra i quali deficit di attenzione e disturbi specifici dell’apprendimento.
Sulle pareti di una stanza, attrezzata con strumentazione tecnologica all’avanguardia, sono proiettati ambienti di gioco con diversi livelli di difficoltà con i quali il bambino interagisce come se si trovasse dentro un videogioco, costantemente seguito e accompagnato dal terapista. Sensori e dispositivi di misura registrano costantemente l’attività.
«Le informazioni registrate dal Care Lab – spiega Laura Traini, neuropsichiatra infantile e dirigente dell’attività riabilitativa ambulatoriale e diurna dell’età evolutiva del Centro – forniscono i dati necessari per monitorare il percorso riabilitativo del bambino. Il terapista, inoltre, può personalizzare e adattare le attività ludiche ai bisogni riabilitativi e alle caratteristiche del paziente, sempre a partire dal progetto che viene stilato in base ad un protocollo codificato, che prevede valutazioni multidisciplinari da parte di neuropsichiatra infantile, psicologo, neuropsicomotricista, logopedista e fisioterapista e test specifici a inizio e termine del percorso».
Ad oggi, sono una ventina i bambini, già pazienti della struttura, selezionati per questo trattamento che riscuote consensi ed entusiasmo anche tra i genitori. «Di fondamentale importanza – sottolinea la dottoressa Traini – la relazione che si instaura con l’operatore: il bambino non è mai da solo davanti allo schermo ed è un buon esempio di integrazione e sinergia tra il potere della tecnologia e la necessità della relazione».