“Siamo angeli con un’ala sola e possiamo volare solo restando abbracciati”
(Luciano De Crescenzo)

Essere presi in braccio è il primo gesto che come esseri umani sperimentiamo nel venire al mondo e che comunica al bambino appena nato, il significato più importante per tutta la sua vita: la disponibilità (da parte della madre, del padre o di altri), ad accoglierlo, accudirlo e amarlo. Così con l’abbraccio si risponde al bisogno primario del bambino di calore e di protezione, ancor prima che di quello del nutrimento.

abbraccio

Per istinto, il bambino appoggiato al petto della madre cerca il seno e comincia a succhiarlo, a spingerlo è innanzitutto la ricerca del contatto con la pelle, l’odore, il calore della madre, in seguito, con la montata lattea che egli stesso ha stimolato, comincia a nutrirsi del latte. Perciò l’abbraccio rimane poi il gesto fondamentale per tutta la vita, con un profondo valore emotivo, affettivo e comunicativo.

Perché?
Il bambino che è amorevolmente abbracciato comincia a sviluppare in sé stesso molte qualità della mente, del cuore e del corpo. Acquista per esempio durante la crescita un forte senso di sicurezza, di fiducia in se stesso, di pensieri positivi e atteggiamenti ottimisti, di coraggio, di entusiasmo, di gioia di vivere, di voglia di conseguire obiettivi. I bambini che vengono amorevolmente abbracciati tendono ad essere anche molto altruisti e sensibili verso gli altri.

E per chi abbraccia?
La madre e il padre che abbracciano il loro bambino, sperimentano il piacere del contatto e approfondiscono e rafforzano il rapporto con i loro figli. Quando sono in conflitto, abbracciare il figlio significa rinnovare quell’amore incondizionato che il bambino ha sperimentato nei primissimi istanti della sua nascita, si sente di nuovo completo con il genitore e si tranquillizza.

Circondato dalle grandi braccia di mamma o di papà il bambino si trova nell’unico cerchio di protezione e di calore che necessita. Nessun giocattolo può sostituire un grande abbraccio.
I bambini che non vengono mai abbracciati non potranno mai essere veramente felici ed equilibrati. I bambini che non ricevono abbracci anche se apparentemente non lo dimostrano, interiormente sono tristi, si sentono arrabbiati e smarriti. L’abbraccio è come un cerchio magico caldo e rassicurante, nel quale il bambino si sente subito “a casa”.

Abbracciare significa dirgli: “Mamma e papà ci sono sempre per te”.

La Terapia dell’Abbraccio
L’abbraccio ha delle funzioni così importanti e vitali che da alcuni anni è diventato una vera e propria terapia per curare diversi disagi e traumi della prima infanzia.
Nasce a New York, viene sviluppata da Martha Welch per i bambini con problemi e le loro madri. Poi è approfondita dal biologo Nikolas Tinbergen che nel 1973 insieme a Karl von Frisch e Konrad Lorenz riceve il Premio Nobel.
Attualmente, Jirina Prekop, psicologa, sta sviluppando la Terapia dell’Abbraccio, anche in Italia, integrandola con il lavoro di Bert Hellinger sulle Costellazioni Familiari.