Dal 22 al 24 settembre si è svolta a Bologna l’edizione 2022 del 9.baby Generalife Symposium, l’annuale appuntamento scientifico dedicato alla medicina e alla biologia della riproduzione. Al centro delle giornate lo studio del presente e del futuro della procreazione medicalmente assistita.
“Secondo l’Istat, in base ai dati del primo semestre 2022, nel nostro Paese nasceranno circa 380.000 bambini nel corso di tutto l’anno. Questo dato, che ancora una volta si piazza al di sotto delle 400.000 nascite, dovrebbe essere sufficiente a stimolare il dibattito e la ricerca in merito alle possibili strade per invertire il trend. Per questo, ogni anno siamo felici di organizzare un momento di incontro che permette ai professionisti del mondo dell’infertilità di confrontarsi e crescere, per offrire alle coppie infertili opportunità sempre maggiori di diventare genitori”.
Lo ha dichiarato Andrea Borini, direttore di 9.baby, network di centri specializzati in Medicina della Riproduzione, oggi parte del gruppo GeneraLife, che ha presieduto il 9.baby GeneraLife Symposium annuale.
Il laboratorio di PMA, dove lavorano gli embriologi, sempre più cuore pulsante del trattamento della coppia infertile, è stato al centro del programma dell’evento, in particolare tramite approfondimenti sull’automazione, l’intelligenza artificiale applicata alla procreazione medicalmente assistita, le tecniche di coltura embrionale e l’embrione non evolutivo. Alla diagnosi pre impianto, tecnica che consente di indagare sul corredo cromosomico degli embrioni frutto di un trattamento di fecondazione assistita, è stata dedicata una intera sessione:
“Le coppie avviano la ricerca di un bimbo sempre più tardi, ma sappiamo bene quanto questo impatti negativamente sulle opportunità di gravidanza. La diagnosi preimpianto riduce il cosiddetto ‘time to pregnancy’, evitando transfer di embrioni che non avrebbero possibilità di dare il via ad una gravidanza, per questo riteniamo importante studiare sempre più approfonditamente questa tecnica”, ha aggiunto Borini.
Nel laboratorio di fecondazione assistita è possibile osservare quello che in natura avviene nel corpo femminile: l’incontro tra gameti maschili e femminili e la conseguente fecondazione. Questo primo ‘step’ dello sviluppo embrionale non sempre avviene con esito positivo, sia in natura, sia in laboratorio: perché? Cosa si “inceppa” e quando? Possiamo desumere il futuro percorso dell’embrione da quello che è accaduto nel momento in cui l’ovocita è stato fecondato dallo spermatozoo? Queste le domande alle quali il gruppo cerca di dare risposta con gli studi scientifici che porta avanti in 30 anni di attività.
Tra i temi del congresso anche linee guida e buone pratiche da seguire nella gestione della coppia infertile; si è discusso dell’impianto embrionale e di potenziali tecniche facilitanti l’impianto stesso, ma anche del fattore maschile, non sempre al centro del discorso sulla PMA. Ancora, si è discusso delle tendenze attuali nelle scelte di trattamento e nei protocolli di stimolazione ovarica; un clinico e un chirurgo della riproduzione hanno offerto uno sguardo differente sul management dell’endometriosi, patologia molto diffusa, che solo in Italia riguarda 3 milioni di donne e che frequentemente ha un impatto sulle possibilità riproduttive di chi ne soffre e che a volte è necessario trattare chirurgicamente. Infine, una sessione è stata dedicata ai risultati dei trattamenti di PMA: definire i termini e i criteri per valutare il successo dei trattamenti è importante anche per dare ai pazienti uno strumento di valutazione dei vari centri.