La storia di Joao Stanganelli, nonno brasiliano che realizza bambole con la vitiligine, grazie ai social network ha fatto il giro del mondo.
L’uomo ha cominciato a realizzare queste particolari bambole all’uncinetto per far conoscere alla nipote e a tutti i bambini la sua malattia, cercando di “normalizzare” una condizione che potrebbe far sentire a disagio chi è affetto di questa patologia. Joao ha infatti cominciato a presentare le macchie bianche sulla pelle, la classica manifestazione della vitiligine, all’età di 38 anni. Molti però devono convivere con queste chiazze sul viso o sul corpo, già dall’infanzia.
Per questo l’idea di creare una bambola che non faccia sentire soli i bambini colpiti da vitiligine, affinché non vivano la loro patologia come un difetto estetico da nascondere o con il quale sentirsi a disagio.
Più che una malattia, la vitiligine andrebbe definita come una condizione cronica della pelle che può partare alla comparsa sulla cute, sui peli o sulle mucose, di chiazze non pigmentate. La causa è l’assenza di melanina in determinate zone, che appaiono per questo bianche o traslucide.
Visto il successo di Vitilinda e Vitilindo, le due bambole con vitiligine, Joao non si è fermato e con le sue creazioni cerca di rappresentare diverse forme di disabilità.
Rendere i giocattoli più inclusivi, per far sì che ogni bambino possa riconoscersi e non sentirsi escluso, è ormai l’obiettivo anche di grandi aziende come la Mattel che con la linea “Barbie Fashionista” ha realizzato versioni della bambola più famosa al mondo in sedia a rotelle, con protesi e anche con vitiligine.