La dr.ssa Carla Tomasini, in arte “Pediatra Carla” è tra le professioniste più seguite sul web. Specializzata in nutrizione infantile, sui suoi profili Facebook e Instagram aiuta i genitori ad approcciarsi senza paura all’autosvezzamento.
Con consigli e ricette, guida le famiglie a stare a tavola tutti insieme e a superare il concetto di “pesi e grammature”.

Le abbiamo fatto qualche domanda per comprendere meglio l’approccio dell’autosvezzamento e i suoi vantaggi per bambini e genitori.

Quali sono i vantaggi dell’autosvezzamento rispetto allo svezzamento tradizionale?

Ci sono molteplici vantaggi dimostrati dalla letteratura scientifica, come migliori abilità oro-masticatorie, maggiore accettazione di alimenti diversi, maggiore intrattenimento da parte del bambino per la possibilità di esercitare le proprie abilità motorie e, molto importante, la preservazione della autoregolazione innata del bimbo sulle quantità di cibo da ingerire. Ma certamente il vantaggio più importante è la serenità di tutta la famiglia e l’unione familiare che si crea intorno al momento dei pasti.

L’autosvezzamento è “per tutti”? Quali sono i fattori da valutare prima di decidere se intraprendere questo percorso? Come capire se il bimbo è pronto?

L’autosvezzamento è per tutti e lo è sempre stato, finché qualcuno non ha deciso di inventare il baby food. Con questo non si vuole demonizzare l’uso delle pappe, ma solo far capire che non vi era altra modalità che l’autosvezzamento fino a 40-45 anni or sono. Si tratta di una norma antropologica come lo è l’allattamento. Come nel caso dell’allattamento ogni famiglia oggi può scegliere la modalità più consona alle proprie esigenze (per esempio il ritorno al lavoro precoce della madre, la necessità di lasciare il bimbo con caregiver non addestrati sul tema). Ma con le informazioni corrette (che dovrebbero essere alla portata di tutti!) l’esperienza dell’autosvezzamento dovrebbe essere patrimonio di ogni famiglia.

Nel suo libro parla di superare il concetto di “grammature”: come capire quali sono le quantità giuste per i più piccoli per creare pasti equilibrati senza pesare gli alimenti?

Le grammature sono nate, così come i percentili, come un dato statistico, necessario a calcoli sulla popolazione generale. Sono utili, per esempio, per redigere i menù delle mense scolastiche, laddove ci sono molti bambini e tra questi alcuni hanno fabbisogni più alti e altri più bassi. Il singolo bambino però ha una sua costituzione fisica, un suo fabbisogno, una sua storia di allattamento, un suo rapporto con il cibo, un suo tempo per maturare le abilità masticatorie.
Ecco perchè bambini diversi ingeriscono quantità di alimenti estremamente diverse e risulta impossibile (e fallimentare!) credere che ci siano quantità fisse da dare a ciascun bambino. Il genitore deve piuttosto essere informato su quali nutrienti sono necessari al bimbo e dove trovarli per “assemblare” pasti sani. Ciò che manca è una adeguata educazione alimentare. Meno tabelline e più educazione alimentare.

Il pericolo di soffocamento è sicuramente uno degli aspetti che più spaventa i genitori. L’autosvezzamento aumenta questo rischio?

I bambini che realizzano autosvezzamento imparano a masticare fin da subito e i genitori vengono istruiti su come offrire il cibo in modo da azzerare il rischio di soffocamento. Ho detto proprio azzerare: non diamo margine all’errore.
Se i cibi sono tagliati adeguatamente, non esiste rischio di soffocamento. Ciò nonostante ritengo importante per la comunità che tuti i genitori, sia di bimbi in svezzamento, sia gli educatori o i ristoratori, siano sempre addestrati sulle manovre di disostruzione in età pediatrica, perché non si tratta di un rischio che riguarda solo la prima infanzia, ma tutta la popolazione infantile ed è nostro dovere fare cultura della prevenzione. L’insegnamento di queste manovre dovrebbe essere portato nelle scuole per legge.

Nel manuale è presente anche una vera e propria guida ai “tagli sicuri”. Ci sono delle tecniche particolari quindi da imparare per proporre gli alimenti ai bambini in sicurezza?

Mi sono dedicata per 10 anni a creare una sorta di manuale con tutti gli alimenti affinché si potesse affrontare l’autosvezzamento senza il minimo dubbio. Ogni giorno un paziente mi chiedeva “Come si offre la mela?” o “Come si offre la nespola?” e io dovevo dare risposte concrete. Esiste una logica dietro i “tagli sicuri” che riguarda: forma, consistenza e capacità di scivolare in bocca. Combinando questi elementi si può trovare una risposta per ogni alimento, anche se alcuni presentano dei tranelli. Un trucco che insegno a tutti i genitori è quello di sentire la consistenza con le dita: se l’alimento non si sfalda facilmente, è meglio non offrirlo. Infine vale sempre il buon senso: se hai dubbi, sminuzza. L’importante è non fare mai qualcosa che istintivamente ti fa paura, altrimenti non lo vivresti bene, né tu né tuo figlio.

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Lo svezzamento è vostro

Manuale pratico di autosvezzamento

Categoria: Articoli | focus

di Pediatra Carla
Libro: 176 pagine
Editore: Sonda (18 febbraio 2021)
ISBN-13: 978-8872241233