Ricostruire un rapporto di fiducia tra la mamma e i suoi bambini e bambine, consentendo loro di riprendere in mano la propria vita. È questo il senso delle comunità mamma-bambino di Fondazione Arché “Casa Carla” e “Casa Adriana” a Milano, in zona Porta Venezia e a Quarto Oggiaro, e presto anche di una terza, “Casa Marzia” a Roma.

Attualmente vi risiedono quattordici mamme con i loro venticinque figli: piccolissimi o già grandicelli che frequentano i vari gradi delle scuole milanesi.
Affiancate durante il giorno dagli educatori e dalle educatrici di Arché, le mamme, approdate in comunità su segnalazione delle autorità al termine di un periodo difficile, segnato da violenza, abuso, dramma della migrazione, iniziano un percorso per lasciarsi dietro il passato e guardare al futuro con speranza e fiducia, insieme ai propri figli e figlie.

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A supportarle in questa fase di recupero, c’è il sostegno quotidiano degli educatori e delle educatrici che le aiutano nel trovare soluzioni alle difficoltà della quotidianità. E a guardare al futuro con speranza: proprio alle donne delle comunità, infatti, sono proposte delle esperienze lavorative, utili per acquisire competenze da spendere sul mercato del lavoro. Gli articoli della Sartoria Sociale Arché diventano più belli anche per questo: sono un segno tangibile di una speranza che si realizza.

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Oltre alle comunità mamma-bambino, Fondazione Arché dispone di una serie di servizi per stare a fianco delle mamme e dei nuclei più fragili in vari ambiti. Negli ospedali sono attivi una serie di servizi, dal progetto “Fiocchi in Ospedale” allo “Spazio accoglienza e gioco”, che permettono a Fondazione Arché, nelle sue sedi di Milano, Roma e San Benedetto del Tronto, di stare a fianco di mamme e bambini anche nel momento della gravidanza e della prima infanzia.
A Milano, con il servizio “C’è tempo”, garantisce un servizio di doposcuola, utile sia per i bambini che per i genitori alle prese con il lavoro. A Roma è l’attività ludica a rappresentare il nucleo centrale del progetto Fa.Gio.Co che, attraverso attività socio-educative e ri-creative, favorisce il pieno inserimento sociale dei ragazzi e dei bambini coinvolti.

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Tratto distintivo di tutte le attività di Arché con mamme e bambini è il motto suggestivo coniato all’origine trent’anni fa, quando si occupava di sieropositività pediatrica: inventare ogni giorno la speranza. Con le madri e i loro piccoli, e più in generale con le famiglie più fragili, Arché continua a farlo anche oggi.

“Dal padre del mio primo figlio ho sopportato il peggio: botte, umiliazioni. Avevo un caos dentro”, racconta Clara che dalle comunità di Arché è entrata e uscita. “Sono arrivata quando mio figlio aveva un anno e cinque mesi. Loro (gli educatori e le educatrici di Arché NdR) mi hanno aiutato a trovare un lavoro e a raggiungere un’autonomia personale. Ma, soprattutto, la pace interiore di cui avevo davvero grande bisogno”.

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p. Giuseppe Bettoni, presidente e fondatore di Fondazione Arché

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