Conciliare carriera e famiglia è sempre più difficile, soprattutto per le mamme, sulle quali ricade ancora la maggior parte delle responsabilità legate alla cura dei figli. La pandemia, nell’ultimo anno, ha messo a dura prova le donne, che sono quelle che in Italia stanno pagando il prezzo più alto dal punto di vista lavorativo.

Sono questi i temi affrontati dalla community di #therealMAMMA, fondata da Sara Fiorentino, Digital Coach e Strategist per mamme freelance e mamma di Arianna (2 anni) e Davide (10 mesi).
Da gennaio ha lanciato l’hashtag #therealMAMMA che è diventato un appuntamento del venerdì alle 11.30 su Clubhouse e una community su Facebook per parlare del tema mamme freelance e lavoro, conciliare carriera e figli tra digital e realtà. Le abbiamo fatto qualche domanda per farci spiegare meglio il suo progetto.

Come è nata l’idea di #therealMAMMA e come si è sviluppata?
#therealMAMMA è nato come un hashtag sul mio profilo Instagram ma in poco tempo è diventato una vera e propria comunità e luogo di confronto. Quando sono diventata mamma di Arianna ho cercato a lungo un posto nel web che mi aiutasse a capire come essere una mamma presente e come poter continuare a coltivare il mio lavoro, senza stress e sensi di colpa. Non ho trovato molte risorse e ho un po’ improvvisato, un po’ testato, a volte sbagliando e a volte no. Poi è arrivato Davide e l’equilibrio si è di nuovo scosso. Per questo ho creato l’hashtag #therealmamma, un luogo per parlare apertamente dei cambiamenti che esistono quando nasce una mamma e di come non annullarsi ma continuare a coltivare le proprie passioni e i nostri sogni.

 

La scelta di creare un club su Clubhouse e un Gruppo Facebook è stata dettata dal voler “prendere le distanze” da Instagram?
Instagram nasce come social di autopromozione, è studiato per non consentire molta condivisione ma per essere prima di tutto un bacino di ottimi contenuti. Tant’è vero che ancora non esiste (e non credo che mai esisterà) l’opzione “condividi il post” se non nelle stories. Clubhouse e un gruppo Facebook consentono più facilmente un confronto diretto, una chiacchierata tra persone.
Instagram resta il social che utilizzo di più anche per #therealmamma e che diventerà una risorsa sempre più utile per consigli e suggerimenti su conciliare vita privata e professionale e crearsi un proprio brand sul web. Con l’unica certezza che sarà un luogo “reale” come dice l’hashtag, fuori da filtri e modelli in cui molte di noi non si riconoscono. Al momento resterà nel mio profilo perchè con due bambini così piccoli sarebbe difficile per me seguire bene due progetti Instagram ma un giorno sono certa che evolverà.

Quali sono le principali difficoltà che emergono dalle vostre chiacchierate tra mamme? Su quali temi vi confrontate? Quanto è importante fare “rete” e comprendere di non sentirsi sole?
Anche se ognuna di noi ha una sua situazione familiare e lavorativa diversa (chi ha i nonni, chi manda il bambino al nido, chi è mamma single, chi è artigiana, chi lavora nel web, chi è manager e chi è dipendente), siamo tutte accomunate dagli stessi stati d’animo e dagli stessi “problemi”. La gestione dei figli, la necessità di delegare, la voglia di creare qualcosa di nostro per essere soddisfatte di noi e modello per i nostri bambini; il bisogno di pianificare e organizzarci; ostacoli, bias e sensi di colpa; capi e clienti “illuminati” e non; la voglia di lanciare un proprio brand online e il bisogno di formarsi per comunicarlo al meglio. Raccontarsi nella vita reale, scambiarsi opinioni e consigli aiuta molto e diminuisce l’ansia da prestazione.

Il ruolo dei padri è ancora marginale? O qualcosa sta cambiando?
Spezziamo una lancia a favore dei papà. Credo che i papà partecipi della vita familiare e della gestione dei bambini ci siano sempre stati. Il problema è che ci è stato detto da quella vocina dentro di noi che era nostro dovere e compito occuparcene e quindi in qualche modo abbiamo lasciato che i padri non si sentissero in dovere di occuparsi dell’accudimento dei bambini. Tanto eravamo sempre noi a disposizione. Se però diamo spazio anche a loro, li coinvolgiamo nella quotidianità, li mettiamo di fronte al dovere (a volte con mio marito serve!) di occuparsene anche loro mentre mamma lavora o va a farsi una corsa, avremo sempre più padri presenti. C’è tanto da fare a livello della società e delle aziende ma ricordiamoci sempre che la società siamo noi.

Il lavoro da freelance o lo smartworking possono essere la soluzione per “conciliare” figli e lavoro? O moltiplicano le difficoltà per le donne di ritagliarsi degli spazi esclusivamente per se stesse?
Essere freelance ha pro e contro. Lo svantaggio principale è la difficoltà di darsi orari fissi di lavoro perché si tende ad essere più disponibili e accondiscendenti con i clienti che, di riflesso, pensano che tu possa essere sempre a loro disposizione. Bisogna essere molto brave ad autoregolarsi e organizzarsi per conciliare al meglio tutto e non sempre mi riesce, anche a me! È comunque necessario che, se stiamo lavorando, i figli siano altrove o con qualcun altro. Non si può essere concentrate e focalizzate con i bambini alla scrivania di fianco. Io ho scelto ad esempio di lavorare meno ma di rendere il massimo in quelle ore, per avere più tempo per i bambini. Nelle ore in cui lavoro ho investito in baby sitter, nido e nonni.

Foto: Marzia Allietta