Katastrophé
Katastrophé
Il libro che abbatte gli stereotipi culturali sulla genitorialità

di Gisella Congia
Libro: 166 pagine
Editore: Armando (11 marzo 2021)
ISBN-13: 978-8869928680

Riflessioni sulle catastrofi perinatali

La formazione dell’idea di materno e paterno, così come la sua connessione con emozioni, giudizi, concetti, figure, si forma nella nostra mente immaginale sin dal principio dell’esistenza, rinforzata da tutto ciò che assorbiamo e, nel tempo, apprendiamo come socialmente condiviso per definire ciò che è adeguato o ciò che è inadeguato per questi due ruoli.

Fiabe, immagini, memorie familiari, iconografie, agiti vissuti o subiti nella propria storia di figli, letteratura, scoop mediatici e qualsiasi altro materiale in grado di agganciarsi all’affettività, sia essa positiva che negativa, diventa la nostra narrazione di questi due ruoli sociali. In particolare è forse il dibattito sociale sulla dicotomia “madre buona” – “madre cattiva” che ha le radici più antiche e lontane, fortemente radicate nella mappatura mentale di ciascuno di noi, sia che lo osserviamo come protagonisti (genitori), che come attori non protagonisti (operatori sanitari o sociali, familiari, amici).

Il lavoro (rivolto per lo più a operatori sanitari, psicologi perinatali, studenti di psicologia ma anche, grazie alla scelta di una scrittura narrativa, a genitori e attori socio-politici) promuove lo sviluppo di una consapevolezza rispetto alla naturalità del manifestarsi di esperienze diverse (le catastrofi, intese come cambiamento improvviso in un processo ritenuto stabile), legittimandone l’aspetto emotivo catastrofico e il ribaltamento rispetto alle credenze genitoriali, quale primo passo necessario ed essenziale per mirare all’abbattimento dei profondi stereotipi di cui la nostra cultura è portatrice. Per fare questo il volume propone il contributo di diversi operatori che restituiscono il quadro della loro esperienza diretta.

Il libro è corredato da un inserto di fotografia socio narrativa inedito (un progetto anch’esso curato da Gisella Congia), il cui scopo è realizzare un lavoro di immagini fruibile come esperienza estetica ma anche come prodotto di narrazione sociale, riflessione articolata che integra aspetti emotivi e contenuti cognitivi, legata ad alcuni dei risvolti delle catastrofi del periodo perinatale.

L’autore

Psicologa formata in ambito perinatale, da diversi anni ha incentrato i suoi studi sull’importanza della consapevolezza e dell’abbattimento degli stereotipi legati alla figura materna, riflessioni e approfondimenti presentati anche in numerosi convegni nazionali dedicati al perinatale. Da circa dieci anni si dedica inoltre allo studio della narrazione materna attraverso la ricerca visiva, la comunicazione e la sensibilizzazione sociale sviluppando azioni di comunità e realizzando progetti di fotografia socio-narrativa. Tra i suoi principali progetti: Chiaroscuri nella maternità; Ritratti di pancia. Storie di cesarei e di ferite emotive; il progetto autobiografico di autoscatti Me, The Imperfect Mother; Sguardi familiari: prospettive e confronti tra cultura e famiglie.

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