Il disegno (attività grafica) è “lo specchio” dello sviluppo cognitivo, dello stato emotivo e dell’intenzionalità comunicativa del bambino. Disegnare, prima ancora di essere una rappresentazione, è un’azione con la quale si lascia una traccia di sé sulla superficie bianca, è un’attività di movimento che rimane come testimonianza, segno o ricordo. Successivamente questa traccia, diventa una sorta di rappresentazione preschematica, chiamata “scarabocchio”.
Durante il primo anno di età, il bambino sperimenta il piacere di lasciare tracce colorate sul foglio, dapprima casualmente e poi in modo intenzionale. In questa fase, infatti, il disegno è una sorta di sfogo motorio più che mera rappresentazione.
In seguito, nel secondo anno di vita, si assiste a una maggiore o minore pressione del tracciato sul foglio e a un miglior controllo dello spazio occupato.
Dal terzo anno in poi si passa da un’attività grafico/pittorica preschematica ad una schematica nella quale i bambini rappresentano i soggetti grafici in modo più definito e in relazione con elementi che fanno parte di un universo comune di significati. In questo periodo i loro prodotti sono più strutturati e simili alla realtà, le forme delle tracce si differenziano maggiormente, vengono attribuiti nomi alle loro produzioni e infine, vengono utilizzati al meglio gli spazi secondo concetti di vicinanza e lontananza, inclusione e sovrapposizione, chiusura e apertura e infine maggiore e minore dimensionalità. Questi concetti, man mano che i bambini crescono, vengono applicati in modo sempre più preciso, tanto che le rappresentazioni diventano riconoscibili anche da altre persone. Tra i principali schemi presenti nei disegni dei bambini, troviamo la figura umana, la linea scura verso il basso (che rappresenta la terra) e la linea azzurra verso l’alto (che rappresenta il cielo). Tali schemi evidenziano il livello cognitivo ed emotivo raggiunto dal bambino, il quale riproducendoli, riesce a rielaborarli, a comprendere la presenza di punti fermi oltre la sua persona e in ultimo a capire le relazioni logiche.

Il disegno è quindi uno strumento importante che ci comunica lo stadio di sviluppo di ogni singolo individuo in età evolutiva.

A questo proposito, infatti, le rappresentazioni dei soggetti con gravi insufficienze mentali si trovano bloccate ad un livello tra il disegno rappresentativo e lo scarabocchio, quest’ultimo con significato di scopo cinetico. Quelle invece dei soggetti con un’alterata percezione di sé dal punto di vista affettivo, si trovano a mostrare la figura umana a un livello scarsamente evoluto e, in entrambi i casi, le attività grafico pittoriche di questi bambini anziché apparire in un quadro unitario, appaiono come una giustapposizione di dettagli privi di significato, in quanto presentano un’errata organizzazione spaziale, come ad esempio le braccia attaccate alla testa o all’altezza delle orecchie. Prestiamo dunque la giusta attenzione ai disegni dei nostri bimbi e quando, sia possibile, facciamoli disegnare liberamente perchè dal disegno possiamo capire come crescono.

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