Il consiglio del farmacista
L’allattamento materno è importante e ha proprietà nutritive e immunologiche fondamentali per il lattante.
Molti farmaci somministrati alle donne che allattano passano nel latte materno, ma la quantità del farmaco è di rado in grado di produrre effetti nel lattante e solo in piccole tracce può indurre ipersensibilità.
La concentrazione raggiunta nel latte è bassa e il passaggio dipende da diversi fattori come la dose terapeutica assunta dalla madre, le caratteristiche chimico fisiche del farmaco, la velocità di eliminazione, la durata della terapia.
Può verificarsi un effetto clinicamente significativo nel lattante quando il farmaco è presente in quantità rilevante.
Solo per alcuni farmaci il rapporto tra la concentrazione presente nel latte e quella nel circolo materno può essere così elevata da esporre il lattante ad effetti indesiderati.
I lattanti prematuri o affetti da ittero possono essere più sensibili.
In generale farmaci ad uso topico sono poco assorbiti ad eccezione della tintura di iodio che è controindicata per le donne in allattamento perché si accumula nel latte materno e causa ipotiroidismo nel lattante.
L’effetto sul neonato è minimo se si assumono penicilline, paracetamolo, mentre è significativo se si assumono stupefacenti, etanolo, nicotina. Le tetracicline dovrebbero essere evitate perché danno una colorazione permanente ai denti per trofismo specifico per il calcio.
L’aciclovir non deve essere somministrato per concentrazione maggiore nel latte, da 0, 6 a 4 volte in più.
Il diazepam causa sedazione nei poppanti.
L’aspirina può causare la sindrome di Reye.
La cabergolina inibisce la lattazione.
Mentre il gabapentin è escreto nel latte e se ne consiglia l’uso solo se i benefici potenziali sono superiori ai rischi.
Classificazione della pericolosità dei farmaci in allattamento secondo Hale:
– L1 molto sicuri (vitamine).
– L2 sicuri (ibuprofene, penicilline, cefalosporine, antisettici intestinali).
– L3 moderatamente sicuri in tal caso si verificano minimi effetti indesiderati.
– L4 rischiosi per il lattante e la lattopoiesi (trimetoprim- sulfametossazolo, tetracicline, cloramfenicolo «sindrome del bambino grigio », antifungini, aciclovir).
– L5 controindicati (antitumorali, immunosoppressori, la ciprofloxacina per il caso di colite pseudomembranosa).
Se la madre che allatta è in terapia con un farmaco e questo è relativamente sicuro, è consigliabile assumerlo 30’o 60’ dopo la poppata oppure 3 o 4 ore prima della successiva; questo intervallo consente a molti farmaci di essere eliminati.
Il consiglio, infine, è quello di rivolgersi al proprio pediatra curante o al farmacista di fiducia con l’invito, se è necessario continuare la terapia, di non interrompere l’allattamento in quanto questo metodo naturale ed insostituibile garantisce al nostro bambino una crescita sana, lo difende da possibili malattie e da non trascurare il rapporto di fiducia reciproca e la magica sintonia che si crea tra la neo mamma e il proprio piccino.

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